giovedì 28 marzo 2019

RECENSIONE: Il ponte d'argilla di Markus Zusak


Un percorso di crescita e formazione.

 


TITOLO: Il ponte d'argilla
AUTORE: Markus Zusak
PAGINE: 490

TRAMA:
«C'era una volta, nella marea del passato dei Dunbar, una donna che aveva molti nomi.» C'erano stati anche un nonno con la passione per i miti greci, una nonna e la sua macchina da scrivere, un pianoforte consegnato nel posto sbagliato, una ragazza con le lentiggini che amava le corse dei cavalli, e un padre che, dopo la morte della moglie, aveva abbandonato i suoi cinque figli: Matthew, Rory, Henry, Clay e Tommy. I fratelli Dunbar. Costretti a vivere soli, e a definire da soli le regole della propria esistenza. E quando il padre tornerà sarà Clay l'unico dei fratelli che accetterà di aiutarlo e costruire con lui un ponte, concreto e metaforico nello stesso tempo: lo farà per la sua famiglia, per il loro passato, per il loro futuro, per espiare le colpe, per affrontare il dolore. Lo farà perché lui è l'unico che conosce tutta la storia, e per questo è obbligato a sperare. Ma fino a che punto Clay potrà portare avanti la più difficile di tutte le sue corse? Quanti degli ostacoli che la vita gli ha posto davanti riuscirà a superare? Quanta sofferenza può sopportare un ragazzo?



RECENSIONE

Il Ponte d'argilla è un libro abbastanza complesso, poiché l'autore narra più storie contemporaneamente, portando così passato, presente e futuro a intrecciarsi.
Al centro dell'intera narrazione vi è la famiglia Dumbar, composta da Micheal e Penny Dumbar e dai loro cinque figli, Matthew, Rory, Henry, Clay e Tommy. L'autore ci racconta le vicende di questa famiglia partendo da quelle dei genitori. Ho amato il personaggio di Penny, il suo essere forte e delicata al tempo stesso, e in alcuni punti mi sono commossa a leggere la sua storia: nata in Polonia e cresciuta solo dal padre, dal quale ha ereditato la passione per il pianoforte e per l'Iliade e l'Odissea, lascia il suo paese per andare alla ricerca di fortuna in Australia, dove tempo dopo incontrerà casualmente il suo futuro marito.

Si era concentrata sul piano e aveva ricordato un vecchio Paese.
Le era venuto in mente suo padre, che teneva le mani sulla sua schiena. Era in aria, in alto, e lui come una statua dietro le altalene... E Penelope si era messa a suonare e a piangere. Nonostante fosse passato molto tempo, dall'ultima volta, era ancora bravissima e aveva sentito le lacrime salate sulle labbra. Aveva tirato sul col naso, risucchiandole, ed era arrivata in fondo al brano senza commettere errori.
 La Sbagliatrice non aveva sbagliato nulla.

Fin dalle prime pagine apprendiamo che i fratelli Dumbar sono costretti a crescere da soli in seguito alla morte prematura della madre e al seguente abbandono da parte del padre. La voce narrante è il maggiore dei fratelli, Matthew, il quale fin dall'inizio ci dice che il vero protagonista della storia sarà il quarto Dumbar, Clay, il più taciturno e timido del gruppo. Inizialmente ho fatto abbastanza fatica a capire Clay e le sue scelte per via della sua personalità introversa; successivamente, invece, sono riuscita a comprenderlo meglio e ad apprezzarlo come personaggio. In particolare mi è piaciuto il suo rapporto d'amicizia/amore con Cary Novac, promessa fantina e amante della lettura: ho adorato le loro chiacchierate sdraiati su un vecchio materasso nel buio della notte, i loro regali al dir poco inconsueti, i loro segreti sussurrati, i loro dolci baci e soprattutto le loro infinite discussioni su Il cavatore, libro che narra la storia di Michelangelo Buonarroti.

Vagavano per le vie del quartiere delle corse, e avevano quindici e sedici anni; si toccavano, ma non si baciavano mai.
Lei era una brava ragazza, con gli occhi verdi che brillavano.
Carey Novac dagli occhi limpidi.
Lui era un ragazzo con il fuoco nello sguardo.
Si amavano quasi come fratelli.

Pian piano abbiamo la possibilità di conoscere anche gli altri Dumbar, i quali risultano essere personaggi ben delineati e differenziati: abbiamo Matthew, un ragazzo costretto a diventare adulto troppo presto,  di cui mi sono piaciuti molto la forza d'animo e il continuo cercare di fare il meglio per i suoi fratelli; Rory è il più selvaggio tra tutti, che, nonostante il suo amore per le risse, la birra e le parolacce, nasconde un'anima d'oro; Henry è "l'imprenditore" della famiglia, se con questo termine si può intendere truffatore ed esperto di scommesse; infine incontriamo Tommy, il personaggio più tenero di tutto il libro, è impossibile non adorarlo con le sue frasi sincere e dolci e il suo infinito amore per gli animali. 

Il fulcro del romanzo è il rapporto tra i fratelli Dumbar e loro padre, Micheal o (come lo chiamano i suoi figli) l'Assassino. Matthew inizia a raccontare proprio dal momento in cui Micheal torna a casa dopo diversi anni, chiedendo aiuto ai suoi figli per costruire un ponte. L'unico a offrirsi volontario è Clay, il quale decide di seguire suo padre nella realizzazione del ponte, lavoro che lo impegnerà per tutto il libro e che assumerà un importante significato metaforico. Io ho interpretato questo ponte come la volontà di Clay di ricostruire il rapporto con il padre, sgretolatosi molto tempo prima, mattone dopo mattone. Secondo me rappresenta anche la sua volontà di costruirsi un futuro lavorando con fatica e dedizione giorno e notte. Nonostante Clay sia un ragazzo ancora molto giovane, ha dovuto affrontare già moltissime difficoltà nella sua vita, ha cicatrici profonde, eppure non ha paura di rimettersi continuamente in gioco e di rialzarsi dopo ogni caduta. Ho apprezzato molto il modo in cui Zusak ha fatto evolvere il rapporto tra i vari personaggi e in particolare quello tra Clay e suo padre.


La decisione dell'autore di raccontare più storie contemporaneamente in un primo momento potrebbe risultare discutibile, ma vi assicuro che continuando la lettura vi renderete conto che è proprio questo a costituire il punto di forza del romanzo: apprendere pian piano ciò che è successo a tutti i personaggi (scoprendo anche cose piuttosto spiacevoli) e riuscendo, quindi, a completare l'intero puzzle solo alla fine. 




VOTO: 




Avete letto questo libro? Cosa ne pensate?
Conoscete l'autore?

Marta

2 commenti:

  1. Cara Alex, dalla recensione si capisce che è un libro di diversi racconti, credo sia veramente interessante.
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Non ho letto il romanzo, ma mi pare di capire che sia particolare; ottima recensione

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