Buongiorno a tutti!
Oggi vi segnalo la terza opera di Maria Cristina Pizzuto, parte della collana Policromia.
Emanuela Navone, direttrice della collana, ne parla così: "Come sempre, quando la Pizzuto scrive riesce a calamitare l’attenzione del lettore sin dalle primissime righe, grazie a una prosa semplice ma ricca di dettagli e da una scrittura che dosa sapientemente metafore, paragoni e l’uso di aggettivi. Inoltre il lettore non potrà non accorgersi, da subito, dei numerosi messaggi che il romanzo reca con sé. Ed è questa la peculiarità dello stile di Maria Cristina: riuscire a trasmettere emozioni, sensazioni, ma anche temi di forte attualità e di intimità."
TITOLO: Le acque del sonno eterno
AUTRICE: Maria Cristina Pizzuto
PAGINE: 152
TRAMA:
Sara, rimasta orfana a causa di un incidente, è costretta ad andare a
vivere al castello del suo austero zio Alberto, in una cittadina
chiamata Pomlete.Al suo arrivo è accolta con estrema freddezza ma, con
il passare dei giorni, fa amicizia con Marta, la cuoca, e con Erika, la
moglie defuntadello zio.Saranno proprio lo spirito di Erika e la
pazienza di Sara a sciogliere il cuore arido e indurito di Alberto,
trasformandolo in una persona cordiale e amabile.Nonostante i ripetuti
moniti di Erika di stare lontana dall’acqua, Sara deciderà di
trasferirsi in un paesino nei pressi di una diga, dove troverà la sua
indipendenza e l’amore al fianco di Francesco, fino al fatidico giorno
in cui la diga riverserà le sue acque sul centro abitato, trasformando
le loro vite per sempre...Questo racconto vuole ricordare il disastro
provocato dalla rottura della diga del Vajont, che in una sola notte ha
causato mille e novecento morti.Tragedia che poteva essere evitata e che
ha causato danni all’ambiente e alle persone, devastando un intero
paese.Sebbene la narrazione sia puramente fantastica,vuole mettere in
risalto come vite diverse vengano spezzate in poco tempo, per motivi
futili e prese di posizione politico-economiche.Questa storia è stata
scritta per non dimenticare, per sottolineare che la superficialità
umana spesso portaalla distruzione di vite, gremite di desideri ed
emozioni. L’Uomo diventa, qui, il dio di se stesso. Un suo errore può
varcare il limite della vita e della morte, ed egli si fa autore di
misfatti che potrebbero benissimo essere evitati. È un urlo a chiunque
possa decidere delle sorti dell’umanità a essere più responsabile in ciò
che si fa e si esercita, a prescindere dai giri economici e di
potere.“Le acque del sonno eterno” vuole implorare tutti gli uomini a
imparare dai nostri stessi errori. Sbagli che hanno portato a
catastrofiche conseguenze spezzando l’esistenza di molte vite umane.
Che ne pensate? Vi ispira?
Alex
Nessun commento:
Posta un commento