venerdì 22 febbraio 2019

LEGGIAMO UN RACCONTO: Matureremo i tempi di Adelaide Pellitteri

Buongiorno cari lettori!
Ci avete seguiti mercoledì in diretta su Radio People Italy? Durante la nostra puntata di VCUC on air abbiamo parlato di LBGT, con una playlist e dei consigli letterari perfettamente in tema.
Vi abbiamo anche proposto l'ascolto di un racconto breve, Le parche hanno smesso di filare, scritto dall'autrice emergente Valeria Biuso. Purtroppo non abbiamo siamo riusciti a inserire in scaletta anche un altro bel racconto... ovvero Matureremo i tempi di Adelaide Pellitteri, parte della sua opera Donne fino a epoca contraria. Per questa ragione abbiamo deciso di proporvelo oggi qui sul blog.



«In un'altra latitudine non ci raggiungeranno. Per noi sarà uno spazio senza nascondigli dove cammineremo con i nostri respiri e i pensieri insieme, contemporaneamente i sorrisi e i nostri corpi, senza più negarci il dentro e il fuori di noi stessi…».
Ti ascolto e immagino le onde, prendono forza dagli abissi per diventare inarrestabili, lo stesso potremmo fare noi - mi dico -. Non ci servirebbe più la consuetudine a sdoppiarci.
«Gli altri potremmo lasciarli indietro a rimpicciolirsi con il loro mondo».
Saremo albatros - non fuggono la stagione avversa - né fuggiremo noi, rifletto. Non per coloro che tu vorresti lasciarti dietro, l'un l'altro a raccontarsi delle nostre nudità, magari con parole e gesti osceni.
«Prendiamo le distanze, andiamo al largo dalla terra!» mi hai detto infine, con sofferenza, stanca.
E allora ti ho seguita per un tempo lungo quanto i secoli, e da lì a guardare il mondo, vedendolo non più grande che una biglia.

Ma, più passava il tempo, meno avevo voglia di nascondermi, e allora decisamente ti ho riportata a terra.
Davanti agli uomini non voglio voltarti più le spalle, ma intrecciare, invece, le nostre mani senza la vergogna.
«Chi ha avuto il tuo stesso coraggio è sempre stato punito», mi ammonisci.
Io ti tranquillizzo: aspetteremo, amore, che il mondo smetta di indignarsi.
Siamo troppo uguali per essere diverse da quel che siamo, e per gli altri, gli indignati, non rinnegheremo più noi stesse, la nostra natura; pertanto da difendere più che disprezzare.
«Forse ci vorranno "guerre"!»
Bene: combatteremo gli avversari invadendo i tribunali. Se occorrerà ci serviremo dei giochi di partito, e - chissà - anche di qualche carro strappato al carnevale; vedrai, amore, matureremo i tempi.



Che ne pensate? Vi piace?
Lasciateci un commento, l'autrice ne sarà molto contenta :)


Alex



Puoi trovare qui l'opera da cui è tratto il racconto:



4 commenti:

  1. Ciao,
    a parte il ma.. invece, è un racconto di sintesi e forza. Magari un po' troppo proclama (tanto uso del futuro), anche se il tema si presta; io preferisco qualcosa di più intimo e sottotraccia, però è questione di gusti. Detto questo, stilisticamente è ineccepibile e martella bene.

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