A seguito di alcune richieste espresse in commento al post Un classico e un buon té #20, in cui ho consigliato questo libro, ho deciso di cimentarmi nel
tentativo di recensire il capolavoro della fantascienza di H.G. Wells… tuttavia
ho cambiato idea in corso d’opera. Dovete sapere che se c’è qualcosa che odio è
fare le cose semplici, per tanto mi sono detto: "Ma perché limitarmi nella
stesura di un semplice post in cui spiego l’ovvio, quando posso fare qualcosa
di molto più articolato?”.
Il seguente post è di fatto un esperimento, è un qualcosa che vuole essere
un’eccezione, per tanto vi chiedo di farmi sapere nei commenti se questo
“esperimento” è considerabile come riuscito oppure no.
Bando alle ciance, dopo aver letto il libro, rivisto i due film e ascoltato
un programma radiofonico della fine degli anni Trenta, iniziamo a sviscerare questo
fenomeno non solo letterario.
Quando nel post di Un classico e un buon té ho etichettato questo libro con
l’aggettivo “pionieristico” di certo non l’ho fatto a caso! Questo libro,
nel 1897, ha fatto nascere un vero e proprio filone. Fu, infatti , il primo a
immaginare un’invasione aliena finalizzata a un unico fine: l'annientamento
dell’uomo.
In questo senso il capolavoro di Wells ci accompagna passo per passo in un resoconto
dettagliato e scientificamente accurato (almeno per le conoscenze di allora)
di un testimone, (anzi, meglio dire di un sopravvissuto) di questa
tragica vicenda.
La guerra dei mondi ha reinventato il canone dell’alieno, creandone un
immagine che ancora oggi ci accompagna e non solo nella letteratura: in questo
senso quest’opera è stata avveniristica.
“Potenza egemone”
a chi? (spoiler)
Questo libro, come ho già detto pubblicato alla fine dell’Ottocento, si apre con una delle frasi a mio avviso più belle di tutta la letteratura.
Alla fine del XIX secolo nessuno avrebbe
creduto che le cose della terra fosse acutamente e attentamente osservate da
intelligenze superiori a quelle degli uomini e tuttavia, come queste, mortali;
che l’umanità intenta alle proprie faccende venisse scrutata e studiata, quasi
forse con la stessa minuzia con cui un uomo potrebbe scrutare al microscopio le
creature effimere che brulicano e si moltiplicano in una goccia d’acqua. Gli
uomini infinitamente soddisfatti di sé stessi, percorrevano il globo in lungo e
in largo dietro alle loro piccole faccende, tranquilli nella loro sicurezza di
essere i padroni della materia.[...]
In questo incipit si dice già molto… troppo spesso gli uomini, anche
moderni,
Nella Guerra dei mondi il nemico esiste, è ben visibile, non è un’entità
sovrannaturale: sono esseri mortali proprio come noi, solo tecnicamente molto
più progrediti.
L’invasione aliena inizia e si dirama dall’Inghilterra che, alla fine
dell’Ottocento, era forse la prima potenza mondiale sotto ogni punto di vista
(o almeno gli inglesi la pensavano così). L’invasione inizia qui e, in pochi
giorni, pochi marziani piegano la volontà inglese e riducono al panico la
popolazione, distruggendo il loro esercito e annientando ogni resistenza; non è
un fenomeno globale, è localizzato e la prima parte del romanzo si chiude con
la caduta di Londra sotto i potenti colpi delle armi marziane.
Ma c’è di più... la prima parte è infatti una critica al modus operandi della conquista coloniale inglese che, troppo spesso, sfociava (come nel caso della Tanzania) in genocidi sistematici dei nativi per prendere il controllo del territorio. Allo stesso modo degli inglesi, i marziani, esseri tecnologicamente superiori, hanno iniziato un sistematico sterminio (anche se non proprio di questo si tratta) degli umani.
Ma c’è di più... la prima parte è infatti una critica al modus operandi della conquista coloniale inglese che, troppo spesso, sfociava (come nel caso della Tanzania) in genocidi sistematici dei nativi per prendere il controllo del territorio. Allo stesso modo degli inglesi, i marziani, esseri tecnologicamente superiori, hanno iniziato un sistematico sterminio (anche se non proprio di questo si tratta) degli umani.
La seconda parte del romanzo si focalizza invece nel descrivere
minuziosamente le osservazioni sugli invasori, che alla fine vengono sconfitti
dal nemico più insospettabile di tutti… i microorganismi che provocano
malattie, ripercorrendo, in un certo senso e al contrario, la storia dei primi
conquistadores spagnoli che furono aiutati nella conquista da quelle malattie
inesistenti nel Nuovo Mondo, a cui gli europei avevano sviluppato una certa
resistenza.
La fine dell’invasione è infatti scandita da una parte di testo ancora una
volta incredibile e meravigliosamente ben scritta.
[...]C’erano i marziani, morti, uccisi dai
bacilli della putrefazione e del contagio contro cui i loro organismi non erano
preparati;uccisi come stava per essere uccisa la gramigna rossa; uccisi, dopo
che tutti i macchinari umani erano falliti, dalle più umili creature che Dio,
nella sua infinita saggezza, ha messo sulla terra.[...]
Questi germi di malattia che avevano
preteso un tributo dall’umanità fin dall’inizio, dai nostri antenati
preistorici fin da quando la vita era cominciata sul nostro pianeta. Ma per
merito della selezione naturale, la nostra specie ha sviluppato una forza di
resistenza; non soccombiamo a nessun germe senza una lotta e da molti il nostro
organismo è immune. Su Marte non ci sono batteri, e quando questi invasori
arrivarono e cominciarono a nutrirsi, i nostri microscopici alleati
cominciarono a lavorare alla loro distruzione [...]
The war of Media
L’immaginario creato da Wells è diventato un vero e proprio fenomeno di culto, basti pensare a quanti film e serie tv portano il tema dell’invasione di una razza aliena tecnologicamente superiore a noi; anche se molti di questi sono da considerarsi trash (Mars Attacks! è in testa a questa lista), molti altri sono diventati dei veri e propri fenomeni della cultura pop (alcuni esempi sono Indipendence Day per i film e Visitors per le serie tv). L’origine di tutto ciò è infatti da ricercarsi proprio in La guerra dei mondi.
Inoltre questo libro ha portato alla creazione di due pellicole
cinematografiche omonime, che partono dal soggetto dello scrittore inglese e
lo reinterpretano all’interno del loro contesto storico.
Il primo, e anche quello meno noto e più difficile da reperire, è La
guerra dei mondi diretta dal regista Byron Haskin (1953). Questo film porta il conflitto nel post seconda
guerra mondiale/piena guerra fredda, facendo un focus netto sul dimostrare come
qualunque mezzo messo in campo dall’uomo fosse del tutto inutile contro questa
minaccia. Durante tutto il film vi sono molte
scene legate alla cultura
cristiana, che mettono fortemente in risalto un’idea di Divina Provvidenza e
che conducono sul finale a una conclusione di stampo religioso, slegandosi
abbastanza dall’ottica di Wells (soprattutto facendomi storcere non poco il
naso).
La seconda pellicola, molto più recente e nota, è la
reinterpretazione/remake del film del 1953 diretta, nel 2005, da un mostro
sacro di Hollywood: Steven Spielberg.
In questo film i marziani non sono marziani, il piano di conquista era già in atto da millenni, il modo in cui sono arrivati è diverso e anche il perché di alcune azioni compiute dagli alieni è completamente diverso, ma (diamine!) il loro modo di comportarsi e di agire è dannatamente molto simile a quello descritto dall’autore nella sua opera: è un buon film (se si soprassiede alla narrativa un po’ frettolosa) che trova la sua forza nel cercare di far vivere allo spettatore il dramma di un esodo forzato nel disperato tentativo di sopravvivere. Anche se il dramma familiare del protagonista è considerato abbastanza banale, a mio avviso comunque funziona e aiuta a far salire la drammaticità di alcune scene.
In questo film i marziani non sono marziani, il piano di conquista era già in atto da millenni, il modo in cui sono arrivati è diverso e anche il perché di alcune azioni compiute dagli alieni è completamente diverso, ma (diamine!) il loro modo di comportarsi e di agire è dannatamente molto simile a quello descritto dall’autore nella sua opera: è un buon film (se si soprassiede alla narrativa un po’ frettolosa) che trova la sua forza nel cercare di far vivere allo spettatore il dramma di un esodo forzato nel disperato tentativo di sopravvivere. Anche se il dramma familiare del protagonista è considerato abbastanza banale, a mio avviso comunque funziona e aiuta a far salire la drammaticità di alcune scene.
Sicuramente non il miglior film di Spielberg, ma,
comunque un buon film che merita di dedicargli il tempo di una visione.
La reinterpretazione a mio avviso storicamente più
importante e geniale dell’opera (me la sono tenuta per ultima, come ciliegina
sulla torta) è l’interpretazione fatta da Orson Welles nel programma
radiofonico della CBS Mercury Teather on the air, andata in onda la sera di Halloween del 1938, creando uno dei primi casi di fake news nella storia
mondiale; una fake news definita “d’autore” visto che è passata alla storia per
aver causato il panico nella popolazione americana (in realtà no… ma si sa che ai
giornali piace fare scandalo). Per chi non la conoscesse: Welles, in circa
un’ora di trasmissione, reperibile integralmente su Youtube, ha raccontato
tutta la storia tramite un finto radiogiornale costruito a regola d’arte.
Mi sento di dire che questa vicenda ha dato sicuramente
motivo di studio per il marketing di alcuni film basati, nell’era del web 2.0,
sulla viralità e sulla costruzione a regola d’arte di “bufale mediatiche” e
finti siti web per dare visibilità alla pellicola. u Su tutti il massimo
esponente (rimanendo in tema di alieni/mostri che fanno casini), è stato
certamente il monster movie interamente girato in POV Cloverfield (2008), che è
stato molto acclamato proprio per la geniale campagna pubblicitaria
sviluppatasi prima dell’uscita del film nelle sale, che, sicuramente, ha aiutato
gli incassi.
NB: Se non avete mai visto questo film o lo avete
visto ma non sapete a cosa io mi stia riferendo, vi consiglio di leggere
qualcosa a riguardo: è, a mio avviso, molto interessante e anche divertente
scoprire come ne hanno strutturato la campagna pubblicitaria.
Chiudiamo la questione
In definitiva mi sento di dire che il romanzo da solo è senza ombra di dubbio uno dei pilastri della fantascienza horror moderna, e non solo… grazie infatti a tutto ciò che attorno a quest’opera si è venuto a creare si può parlare di un vero e proprio fenomeno di culto che, in quanto tale, merita di essere scoperto, conosciuto e analizzato.
Ringraziamenti particolari a…
Vorrei chiudere questo luuuungo post ringraziando chi mi ha chiesto una
recensione, nello specifico Simona del blog Il mondo di SimiS e Francesca De
Angelis, autrice di Cenere sulla brughiera, di cui prossimamente troverete la
recensione di Alex.
Parlo direttamente con voi... magari non è esattamente quello che vi aspettavate ma spero che vi piaccia comunque.
Parlo direttamente con voi... magari non è esattamente quello che vi aspettavate ma spero che vi piaccia comunque.
Emme
molto interessante! lo inserisco tra i classici da leggere!:)
RispondiEliminaWow! Che sapevo che avresti fatto questo lavoro? Sono molto contenta di averti fatto la richiesta allora!!! Complimenti per il lavoro svolto, e grazie a te mi hai tolto qualche dubbio... perchè io ho amato il film di Spielberg e avevo trovato il film del 53 che però quando ho iniziato a vedere mi ha trascinato in un profondo sonno... Da quello che ho capito è che cmq il primo film non c'entra molto col libro, soprattutto il finale che secondo me è la chicca di tutta questa storia.
RispondiEliminaSapevo dell'annuncio di Wells alla radio che ha scatenato il terrore visto che era così convincente che in molti ci sono cascati... sarà stato divertente per chi sapeva la verità XD
Detto questo... grazie!
Chissà magari un giorno leggerò anche il libro così da poterne parlare anch'io ;)