giovedì 20 settembre 2018

RECENSIONE: Vorrei essere mio fratello di Markus Zusak.

Un libro semplice ma carico di significato



TITOLO: Vorrei essere mio fratello
AUTORE: Markus Zusak
EDITORE: Frassinelli


TRAMA:
La famiglia dei fratelli Wolfe sta passando un brutto momento. Il padre ha perso il lavoro, soldi ce ne sono sempre meno, e il clima in casa è sempre più pesante. Per questo Cameron e Ruben accettano di entrare nel circuito degli incontri clandestini di boxe tra ragazzi. Con le scommesse e le mance si può guadagnare bene. Naturalmente lo fanno di nascosto dai genitori, e Cameron dovrà anche nascondere, persino a se stesso, quello che prova per la ragazza che viene sempre agli incontri, e che sembra avere occhi soltanto per Ruben. Ma i due fratelli presto capiranno che stanno combattendo per qualcosa di più importante dei soldi, persino delle ragazze: combattono per la loro dignità, combattono per scoprire chi sono veramente. E combattono l'uno per l'altro.





RECENSIONE: 


Il secondo volume della trilogia The Wolfe Brothers mi ha soddisfatta molto di più del precedente libro, probabilmente per la presenza di una trama più completa e concreta. Come già avevo scritto nella recensione de A 15 anni sei troppo vecchio, il primo libro della serie mi era piaciuto, ma di fatto non narrava una vera e propria storia: più che altro l'autore lì ha voluto presentare la famiglia Wolfe e raccontare, in particolare, la quotidianità di due fratelli, Cameron e  Ruben Wolfe.

In questo secondo volume, in seguito ai problemi finanziari della famiglia, Cam e Rube decidono di partecipare ad alcuni incontri clandestini di boxe in cambio di denaro. I due fratelli così si ritrovano ad affrontare sfide sempre più difficili contro temibili avversari e, soprattutto, contro se stessi. Cam e Rube erano da sempre considerati gli sfigati e i nullafacenti, facevano tutto insieme, come ciondolare per le vie della città, sfidarsi a One Punch e commettere piccoli e stupidi reati; in questo libro, invece, il loro rapporto viene messo a dura prova. Rube non vuole più essere considerato un perdente, così decide di utilizzare la boxe per dimostrare il suo valore. Rube è veloce, forte, intelligente, spietato, non ha paura del dolore o di perdere, lui vuole vincere. E vince. Sempre. Sfida dopo sfida la sua fama aumenta, inizia a essere chiamato da tutti "Ruben Wolfe il Guerriero", quello forte e bello, quello che piace a tutti e ha successo. E suo fratello? Cam inizialmente accetta solo perché il fratello aveva accettato: sa di non avere nessuna possibilità di vittoria e così decide di utilizzare la sua debolezza a sua vantaggio creando il personaggio di "Cameron Wolfe il Perdente". Il suo obbiettivo non è vincere, bensì rimanere in piedi, sopravvivere, uscire dal ring sulle sue gambe.


In questo secondo capitolo il legame tra i due ragazzi mi ha coinvolta ancora di più. Cam vede suo fratello un po' come un modello, lui vorrebbe essere suo fratello, vorrebbe essere quello che piace a tutti, quello per cui le ragazze fanno la fila. Rube d'altra parte vuole bene a Cam, lo vuole aiutare e proteggere, per lui farebbe di tutto e anche quando inizia ad avere successo decide di non metterlo mai da parte; per lui promette che ci sarà sempre.

Nel precedente libro al termine di ogni capitolo di narrazione vi erano un paio di pagine in cui l'autore descriveva i sogni strampalati del protagonista; invece in questo romanzo, al termine di ogni capitolo, sono riportate le discussioni notturne tra i due fratelli: le ho adorate perché sono conversazioni a volte molto semplici nella forma, ma profonde e significative.

-Vedi, Cameron... le uniche cose di cui mi importa, nella mia vita, siamo io, tu, mamma, papà, Steve e Sarah. E Miffy, forse. Il resto del mondo non conta niente. Può anche crollare, per quello che mi interessa-
-Sono così anch'io?-
-Tu? No, impossibile- C'è una pausa brevissima, tra le sue parole. -Ed è questo il tuo problema. A te importa di tutto.-
Ha ragione.
Mi importa di tutto.

Un altro aspetto che tengo a sottolineare è il rapporto tra Cam e suo fratello maggiore Steve. Quest'ultimo è visto da tutti come "il Vincente" della famiglia e lui stesso da sempre si considera superiore ai suoi fratelli. Ne Vorrei essere mio fratello Steve decide di andare a vivere da solo, tuttavia è proprio ora che non vivono più insieme che Steve e Cam si avvicinano. Quando il più giovane dei Wolfe si sente solo o giù di morale va a casa di Steve. Mi è piaciuto moltissimo questo loro rapporto costituito da lunghi momenti di silenzio e infinite tazze di caffè.

Come sempre Markus Zusak è riuscito a convincermi pienamente con la sua storia semplice e diretta, ma al tempo stesso particolarmente carica di significato e valori.



VOTO:




Cosa ne pensate? Vi ispira questo libro? L'avete già letto?
Lasciatemi un commento:)

Marta

1 commento:

  1. Cara Alex. per me che sono vecchio i libri moderni sono incompresi!!!
    Ciao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...