Una perfetta miscela di risate e lacrime.
TITOLO: Il labirinto di fuoco
AUTORE: Rick Riordan
EDITORE: Mondadori
TRAMA:
Domare le fiamme di un labirinto
infuocato dovrebbe essere un gioco da ragazzi per il dio del sole se soltanto
Zeus non l'avesse trasformato in un adolescente imbranato e senza poteri!
Armato di ukulele e di una logorroica freccia parlante, Lester Papadopoulos, in
arte Apollo, non sembra avere molte speranze di riuscire nell'impresa, eppure è
l'unico che può tentarla: dovrà attraversare l'abisso più rovente del globo per
liberare la Sibilla Eritrea, l'Oracolo che vi è incatenato. Prima, però, sarà
costretto ad affrontare Caligola, il terzo e più temibile membro del
Triumvirato che ha fatto prigionieri i cinque Oracoli. Dopo aver nominato
senatore il suo cavallo, l'imperatore ha ora una nuova e più eccentrica
ambizione: diventare dio del sole! E per realizzarla è deciso ad assorbire la
forza del titano Helios e la poca essenza immortale rimasta nel povero Lester.
Come sempre, il più vanitoso degli olimpi non potrà che confidare nell'aiuto
degli amici e arrendersi al destino: per tornare a essere un dio, dovrà accettare
la propria imbarazzante umanità!
ATTENZIONE: SPOILER (per chi non ha letto i primi due volumi della serie)
RECENSIONE:
Dopo un anno di attesa, finalmente, ho potuto leggere
Il labirinto di fuoco, terzo capitolo della pentalogia
Le sfide di Apollo di Rick Riordan.
Questo libro mi è piaciuto moltissimo. Davvero, era da
La casa di Ade della saga
Gli eroi dell'Olimpo che un libro di Riordan non mi piaceva così tanto. In questo romanzo
tutto è perfetto, l'autore è riuscito a
mischiare divertimento e risate a tristezza e copiose lacrime (devo ammetterlo... mi è scesa qualche lacrimuccia).
Ma, come prima cosa, partiamo dagli
elementi più piacevoli di questo libro. Essendo una lettrice molto nostalgica un aspetto che mi è piaciuto molto è stato il
ritorno di alcuni personaggi. Infatti in questo libro
Apollo, intrappolato ancora nel corpo mortale di Lester,
accompagnato da Meg, figlia di Demetra,
deve attraversare il "Labirinto di Fuoco" nella California del Sud per liberare il terzo oracolo, la sibilla di Eritrea, e a
guidarli nel Labirinto sarà l'amato satiro
Grover Underwood. Accanto a questo grande ritorno ce ne sono altri sicuramente degni di nota: il
coach Hedge con la dolce
moglie Mellie e il figlio Chuck, ma anche (e soprattutto)
Piper McLean, figlia di Afrodite, e
Jason Grace, figlio di Giove.
Questo terzo capitolo della saga
è riuscito a coinvolgermi completamente, una pagina tirava l'altra... dovevo assolutamente sapere come sarebbe andata a finire. Riordan utilizza un
ritmo molto più incalzante rispetto agli altri due libri della saga: i nostri eroi non fanno in tempo a sopravvivere a un pericolo che un'altra minaccia compare all'orizzonte.
Sono riuscita ad apprezzarlo parecchio anche grazie a una
netta crescita e a un profondo miglioramento da parte di tutti i personaggi.
Il primo a
cambiare in meglio è, sicuramente,
Apollo. Difficoltà dopo difficoltà Apollo sta comprendendo sempre di più cosa significa essere mortale, sta abbandonando il menefreghismo verso gli uomini tipicamente divino arrivando addirittura a volersi
sacrificare per aiutare i suoi amici.