Scusatemi per l'assenza degli ultimi giorni: sono stata letteralmente sommersa dai compiti!
Tanto per farvi un esempio, ieri ho studiato circa 14 ore per riuscire a preparare la verifica di fisica di oggi e un'interrogazione di filo su quei simpaticissimi
Ho finito un paio di libri, però temo che passerà ancora qualche giorno prima che io possa avere il tempo per scrivere una (spero buona) recensione.
Intanto vi propongo la terza puntata di "Alex intervista...": l'ospite di oggi è la frizzantissima Chiara Parenti, autrice dei celebri "L'importanza di chiamarsi Cristian Grei", "Con un poco di zucchero" e "Tutta colpa del mare ( e anche un po' di un mojito)".
1. Benvenuta Chiara! Ti va di presentarti ai nostri lettori? Ciao e mille grazie per avermi invitata! Dunque, sono giornalista pubblicista e lavoro nell’ambito della comunicazione. Vivo a Lucca con mio marito (aka “Topino”), mio figlio di sei mesi (aka “Il Bambino Che Non Dorme Mai”) e due gatti combinaguai. Amo disegnare, leggere e viaggiare, ma la mia passione più grande è scrivere. Sono autrice di tre romanzi ebook per la collana Youfeel di Rizzoli: Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito), Con un poco di zucchero e L’importanza di chiamarsi Cristian Grei.
2. Se dovessi descriverti in cinque parole, quali sarebbero e perché? Determinata, caotica, sognatrice, sensibile, positiva.
3. Sei laureata in Filosofia, giusto? Io sono parecchio tentata di scegliere questo percorso l’anno prossimo… In che modo i tuoi studi hanno influito sul tuo presente? In particolare, come la Filosofia ha influenzato il tuo pensiero, la tua visione del mondo e il tuo “rapporto con la scrittura”? Credo che i miei studi mi abbiano resa molto versatile, dinamica, e con una forma mentis plasmabile. In questo modo, nella scrittura, non ho troppa difficoltà a calarmi in universi e modi di pensare differenti dal mio, come accade nella gestione dei diversi personaggi di una storia. Quando a suo tempo scelsi Filosofia, tutti mi guardarono come se avessi annunciato di voler fare harakiri, pensando che con una laurea di quel tipo non sarei mai riuscita a trovare lavoro. A parte che il lavoro l’ho trovato, sono contenta di aver seguito l’istinto perché sono convinta che qualsiasi tipo di studio costi impegno e fatica e l’unico modo di affrontarlo senza farlo diventare una condanna sia seguire le proprie passioni. E la filosofia è sempre stata questo per me, fin dal liceo.
4. Qual è stata la maggiore difficoltà che hai incontrato (finora) nel tuo percorso di scrittrice?
Questo è un mondo di squali e la cosa più difficile è trovare le persone giuste a cui affidarsi. Sono stata fortunata, perché nel mare magnum di professionisti ben poco “professionali”, ho trovato delle persone serie e capaci che mi hanno dato il sostegno di cui avevo bisogno.
(Naturalmente prima mi sono presa un bel po’ di porte in faccia.
5. Tre autori che adori? Perché?
Federica Bosco, perché è stata il mio “primo amore letterario”, diciamo. Al suo stile ironico e frizzante mi sono ispirata per i miei primi romanzi.
John Green, perché adoro i suoi personaggi: autentici, credibili, genuini.
Paullina Simons, perché il suo “Cavaliere d’Inverno” ha rubato un pezzo del mio cuore.
6. Cosa ti aiuta a trovare la concentrazione giusta per scrivere? Musica? Silenzio? Tè? Caffè? Dove scrivi? Sdraiata sul letto, rannicchiata sul divano o perfettamente seduta al tavolo? Insomma, descrivici il tuo ambiente “di lavoro” ideale.
Come Virginia Woolf, per scrivere ho bisogno di una stanza tutta per me (il che, adesso, con un neonato in casa, è quanto mai difficile trovare!). Ho bisogno di silenzio (anche questo assai raro) e della mia scrivania. Se poi però l’ispirazione non arriva, mi butto sul divano per leggere e ascoltare un po’ di musica in attesa di riprendere il filo e ritornare a scrivere.
7. Soffermiamoci su una tua opera che è riuscita a farmi sbellicare dalle risate e a commuovermi, una storia che tocca temi importanti, senza però mai perder di vista il fine comico: sto parlando
di “L’importanza di chiamarsi Cristian Grei”? Com’è nata l’idea per questo libro? Come mai hai scelto di “reinventare” il personaggio di E.L. James? Che reazioni ha avuto il pubblico?
L’idea del romanzo credo mi sia venuta quando il mondo si stava preparando all’uscita del primo film della saga di E.L. James, nell’estate 2014 (il film è uscito nelle sale a San Valentino 2015).
Se dici Christian Grey, pensi a elicotteri, auto di lusso, bellezza mozzafiato, e giochi molto particolari in camera da letto. Ma cosa succederebbe se non fosse così?, mi sono chiesta.
Allora ecco il mio Cristian, un ragazzo normalissimo che lavora nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia, vive a Prato e ha la sventura di chiamarsi Cristian Grei (senza la “h” e con la “i” al posto della “y”), in modo pericolosamente simile al Christian Grey del Bestseller mondiale, con cui però non ha in comune altro che il nome, visto che il mio Mr Grei non solo non è un dio del sesso, ma soffre anche di ansia da prestazione, poverino!
Diciamo che raccontando la sua storia, ho voluto mostrare quanto la normalità sia spettacolare, quanto anche un carro funebre possa sembrare a una donna un elicottero, se solo si trova con la persona giusta.
Il mio Cristian ha una “Stanza dei Giochi”, ma sono giochi veri! Davanti alla Playstation, lui e la sua migliore amica giocano, si divertono e imparano ad amarsi. Persone vere che si rispettano e amano per quello che sono. Quindi ho pensato di raccontare la loro storia con un sorriso.
Del resto, io sono convinta che le donne amano di più chi le fa ridere… e le mie lettrici hanno gradito!
8. Progetti per il futuro? Qualche nuovo libro nel cassetto? Puoi regalarci un assaggino?
Sì, sei la prima a cui lo rivelo e non vedevo l’ora di dirlo! Per la prima volta a gennaio 2017 uscirà in libreria per Garzanti un mio romanzo dal titolo “La voce nascosta delle pietre”. Non credo di poter dire ancora molto per la verità, tranne che stavolta sarà una storia d’amore diversa, raccontata con un linguaggio magico, quello delle pietre. Ho impiegato 9 mesi a scriverla, gli stessi 9 mesi che ha impiegato il mio piccolo Diego a crescere dentro di me. Sono nati quasi insieme lui e questo libro, per questo gli sono particolarmente affezionata.
9. Siamo giunte alla conclusione di questa piccola intervista… Ci saluteresti con una frase tratta da uno dei tuoi romanzi?
Ti ringrazio moltissimo per l’ospitalità e chiudo con un piccolo estratto di “Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito)”, il mio primo figlio “libroso”.
Questo è il passo che preferisco perché dà inizio al folle weekend che cambierà per sempre la vita di Maia, la protagonista.
“Be’, alla tua, Maia Marini!” mi dice Marco quando incrociamo i nostri, con un sorriso delicato che nel mio petto però scatena uno tsunami.
Pietrificata, non riesco a fare a meno di incrociare il suo Sguardo Assassino, che dopo 15 anni, è ancora lì di fronte a me in tutto il suo grandioso, spavaldo potere. Scolo il mio cocktail in un sorso. So che Lapo non approva che beva superalcolici, ma stasera non posso farne a meno. E, in fondo, un mojito che male può farmi?
Della serie: le ultime parole famose…
E con questo vi saluto. Grazie a tutti e a presto!
GRAZIE A TE, CHIARA!
Avete letto alcuni libri di Chiara? Quali vorreste leggere? Io non vedo l'ora di poter avere tra le mani il suo nuovo romanzo "La voce nascosta delle pietre" **
Alex