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giovedì 8 giugno 2017

COMING BACK FROM THE DEAD...

Chi non muore si rivede... E chi muore risorge...  Quindi eccomi qui, di ritorno direttamente dal regno di Ade.
Dopo gli ultimi due mesi di estenuanti nottate di studio e verifiche apocalittiche, ho finalmente un (meritato) attimo di riposo. Dico "un attimo" perché questa pausa durerà giusto giusto fino a fine settimana, dopodiché "matura non mi fai paura" ;) Anche se di paura un po' (tanta) me ne fai...

Ho appena iniziato a leggere "On the road" di Kerouac, che, dalla prima cinquantina di pagine, lascia proprio ben sperare. Inizierò, invece, a breve, un romanzo western di due giovani autori emergenti,
"Hermanos" di Bogano e Pozzoli: nonostante io non sia proprio una veterana del genere, la trama e la presentazione del romanzo mi hanno intrigata parecchio :))






Vorrei, ora, lasciare un messaggio per  dire addio salutare quest' ultimo anno di liceo (sono una ragazza follemente sentimentale: non posso proprio evitarlo...).

Le classi si formano per caso... E così, per caso, ci siamo incontrati tutti noi. Ci siamo ritrovati li, 26 (al tempo) spaesati piccoli acerbi liceali, ragazzini ignari delle fatiche e delle gioie, delle sofferenze e delle eroiche imprese che avremmo compiuto insieme. Poco a poco abbiamo iniziato a scambiarci sorrisi e smorfie, a lanciarci frecciatine, a litigare come sciacalli, a odiarci e ad amarci.
Vi ricordate il nostro primo anno? Quanta confusione, quanto casino, quante urla in classe, quanti rimproveri, quante storie e pettegolezzi, quanti schiamazzi... Schiamazzi che durante quest'ultimo anno si sono spesso trasformati in "sshhh" infastiditi, per zittire quel qualcuno che qualche volta si lasciava sfuggire un commento a voce troppo alta. Quante drammatiche verifiche abbiamo affrontato insieme? Quanti prof insopportabili abbiamo sopportato? Quante battutacce e quanti scherzi idioti...? Ve lo ricordate Simone che si nasconde fuori dalla finestra? E Martina che si chiude nell'armadio? I meravigliosi ragazzi più grandi che ci facevano sbavare da dietro i muri? I computerini verde marcio? In questi cinque anni abbiamo cambiato colore di capelli infinite volte, abbiamo cambiato fidanzati/fidanzate, scoperto segreti e lati di noi che mai nessun altro conoscerà. Chi mai si dimenticherà le flemmatica prof di spagnolo? E il comico, buffo, un po' sclerato prof di italiano? Chi mai dimenticherà le agghiaccianti verifiche a sorpresa del prof di inglese? E le assurde corse per finire i programmi? Le foto di classe vestiti da Paesi e da bimbi?
Ma ve lo immaginate, ripensare a tutto questo tra cinquant'anni? O anche, magari, tra quaranta, o trenta, o venti, o dieci, o anche solo tra un paio? Non ci mancheremo? Non vi mancherà la nostra classe di "linguisti" fintamente acculturati? Non vi mancherà scannarci per fissare le interrogazioni programmate? Non vi mancheranno le nostre battute sceme a sfondo storico/filosofico/ letterario che solo noi potevamo capire? Insomma, non vi mancherà sentirvi parte di qualcosa di un po' insensato, casuale, ma profondo? Non la sentite una certa profondità in tutto questo? Nel nostro essere "noi"? Io la sento, e, quasi di sicuro, tutto questo mi mancherà e mi farà versare qualche lacrima.
Anzi, mi sta già facendo versare tante qualche lacrima.



Alex

giovedì 1 settembre 2016

WMW... WHO MURDERED WHOM? : L'assassinio di Roger Ackroyd

 

Buongiorno a tutti!

Oggi vi accogliamo con la prima pubblicazione di una nuova rubrica... tutta gialla!
WMW, che sta per "Who Murdered Whom?" è interamente dedicata ai capolavori di celebri autori di gialli. Suicidi un po' bislacchi, omicidi ingegnosi, colpevoli inimmaginabili, morti, furti, eredità, gelosia, colpi perfetti e detective geniali.
La rubrica non è formata da vere e proprie recensioni, bensì è un po' "un assaggio del delitto": noi presentiamo il caso d'omicidio (?), i personaggi e i punti forti del racconto... sta a voi provare a calarvi nei panni dell'investigatore di turno e tentate di risolvere il mistero.
Oppure potete semplicemente decidere di gustarvi il libro ;)


L'assassinio di Roger Ackroyd (The Murder of Roger Ackroyd), altrimenti tradotto col titolo Dalle nove alle dieci, è uno tra i romanzi gialli più famosi e ingegnosi dell'opera di Agatha Christie; scritto nel 1926, fu pubblicato per la prima volta in Italia nel 1937 dalla Arnoldo Mondadori Editore, numero 27 della collana Il Giallo Mondadori.

TRAMA:
King's Abbot è un tipico paesino della campagna inglese dove non succede mai nulla di speciale. Un giorno però qualcosa accade: l'uomo più ricco del paese, Roger Ackroyd, viene inspiegabilmente assassinato proprio quando stava per leggere una lettera che avrebbe fatto luce su un misterioso suicidio. Non tutti però hanno da dolersi della morte dell'uomo, almeno così sembra credere un buffo straniero trasferitosi da poco nel villaggio per coltivare zucche. L'uomo, che non è altri che l'inegugliabile Poirot, riesce a scoprire che la realtà è ben diversa da quella che appariva e che tutti, anche le persone insospettabili, hanno qualcosa da nascondere. 

Punto forte del romanzo: la fiducia. La Christie gioca abilmente sulla nostra fiducia nelle parole dei personaggi, ci inganna con le loro affermazioni. Non mente, no, assolutamente no: la verità è nascosta in piena luce, sotto i nostri occhi, chiara, ben visibile... ma noi siamo ciechi. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Molto meglio.

A volte è necessario usare discrezione. Ai suoi pazienti lei dice tutto, proprio tutto, dottore? 

Chi è l'assassinato? Roger Ackroyd, tipico signore di campagna: ricco sfondato, in procinto di risposarsi e con un'eredità invidiabile per chiunque.

Chi è l'investigatore (che si intromette nei piani dell'assassino)?

Mesdames et Messieurs, voilà Hercule Poirot: detective belga (e non francese, mi raccomando), ritiratosi a King's Abbot per coltivare zucche...
Per maggiori informazioni su Poirot consulta: L'identikit del detective.


IL CASO: cosa succede la sera del delitto?
La signora Ferrars si è suicidata tra la notte di giovedì e venerdì... E in paese già si vocifera: si è tolta la vita per rimorso... il rimorso di aver ucciso il marito un anno prima.
Verità o pettegolezzo? L
a spiegazione della sua drastica decisione è contenuta in una lettera, lettera che viene consegnata a Roger Ackroyd, il quale, ahimè, non ha il tempo di dir nulla a nessuno.

Un insieme di persone cena (o come dice la Christie, "pranza") nella dimora di Ackroyd e tra gli invitati troviamo il dottor Sheppard (il narratore e successivamente braccio destro di Poirot), caro amico del padrone di casa, al quale Ackroyd confida le sue ansia sulle circostanze che hanno portato alla morte della sua amata signora Ferrars.
Il colloquio tra i due dura poco e quando Sheppard lascia l'amico, quest'ultimo ancora non ha letto la fatidica lettera. E mai la leggerà.
Poco più di un'ora dopo, infatti, il dottore riceve una telefonata dal maggiordomo di Ackroyd...
"Venga immediatamente, dottore. Il signor Ackroyd è stato assassinato."
Nulla è stato sottratto dallo studio dell'assassinato, eccezion fatta per la lettera.
Che cosa aveva scritto la Ferrars? Aveva forse confessato l'omicidio del marito? Nascondeva qualche altro losco segreto? Accusava qualcuno? Nel caso... Chi? Di cosa? 

 



¿Chi ha commesso il delitto?
 


Cinque del mattino. Sono molto stanco...ma ho finito il mio compito. Mi fa male il braccio a furia di scrivere...




BUONA LETTURA E BUONA INVESTIGAZIONE!





Alex
 







 
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