Buongiorno a tutti!
Il titolo vi ha stupiti, vero? Lo so, viste le recenti notizie sull'Amazzonia sarebbe stato quasi scontato (e forse dovuto) scrivere un post sul tema. Noi, però, non vogliamo essere scontati. Anche perché per fare del bene alla nostra amata Terra non serve focalizzarsi su un solo problema alla volta, preoccupandocene per pochi giorni per poi dimenticarcene in due secondi... Per questa ragione oggi voglio soffermarmi su un tema che mi ha accompagnata per l'intera estate: la plastica.
Breve storiella (triste): ho trascorso una parte delle mie vacanze a Vieste (Puglia) nel mese di luglio e, come fa ormai da che ho memoria, mio papà ha comprato il numero di Focus del mese... dedicato proprio al rapporto del nostro pianeta con la plastica. Io già di mio sono particolarmente suscettibile e impegnata su questo argomento, poi con la spinta e le informazioni di Focus la mia determinazione è solo aumentata: ho passato TUTTA la vacanza a tenere d'occhio la spiaggia, cercando di raccogliere ogni sorta di rifiuto lasciato nella sabbia o in acqua che mi capitasse sotto tiro. Io, Marta e mio padre siamo stati una piccola squadra di netturbini marini XD
A parte gli scherzi, ci sono stati momenti in cui avrei volentieri strangolato qualcuno: quando trovi rifiuti in mare "a caso" non hai nessuno di specifico da incolpare e quindi ti limiti, se possibile, a far sparire ogni traccia dell'elemento inquinante; quando invece ti capita di trovarti davanti dei bimbetti maleducati o degli adulti a dir poco infami che buttano roba in giro come se fossero in una discarica a cielo aperto... beh, in questi casi rischi proprio di litigare con qualcuno. No, non ho litigato con nessuno, perché, per fortuna, mio padre è più saggio di me e in alcune occasioni mi ha impedito di andare a prendere a calci in quel posto certi individui.
Sappiate solo che noi di VCUC abbiamo in cantiere un bel progetto (che vi sveleremo il mese prossimo), nel quale stiamo pensando di includere anche qualche attività ecologista... Vedremo cosa riusciremo a fare.
Chiusa piccola parentesi sui progetti futuri e chiusa breve storia di una Alex incazzata.
Il vero scopo di questo post in realtà è solo riportarvi alcuni dati che ho letto, appunto, nel Focus sopracitato: questi dati da soli dovrebbero bastare a terrorizzarci tutti e a farci aprire gli occhi.
Pagine
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sabato 31 agosto 2019
martedì 27 agosto 2019
RECENSIONE: 9 novembre di Colleen Hoover
Un solo giorno all'anno per cinque anni...
TITOLO: 9 novembre
AUTORE: Colleen Hoover
EDITORE: leggereditore
PAGINE: 311
AUTORE: Colleen Hoover
EDITORE: leggereditore
PAGINE: 311
RECENSIONE
Vorrei iniziare questa recensione ringraziando Colleen Hoover: adoro questa donna perchè mi regala sempre delle dolci storie d'amore, aggiungendo un pizzico di zucchero alle mie tristi giornate...
Scherzi a parte, trovo Collen Hoover un'ottima autrice di romanzi rosa, visto che riesce sempre a creare degli intrecci amorosi semplici ma mai banali.
Il primo aspetto positivo che vorrei sottolineare di questo libro è l'utilizzo della prima persona con continuo cambio di POV: Fallon e Ben si alternano in continuazione nel raccontare e ciò mi è piaciuto molto, perchè mi ha permesso di capire più a fondo i due personaggi e, quindi, di apprezzarli maggiormente. Per dire che un libro mi è ha conquistata davvero, i personaggi non devono semplicemente piacermi, ma mi devono far affezionare a loro; così è stato con i due protagonisti di questo libro: ho trovato Fallon e Ben due figure ben costruite e ben caratterizzate, entrambi hanno una propria storia significativa alle spalle ed è stato emozionante scoprire come l'autrice ha intrecciato le loro vite.
Fallon a soli 16 anni è rimasta coinvolta in un incendio, che le ha provocato una serie di cicatrici su gran parte del corpo; in seguito a questa disgrazia la ragazza ha perso la sua carriera da attrice e l'attenzione di suo padre. All'inizio del romanzo Fallon è ancora profondamente segnata nello spirito da questo incidente: ha paura di guardarsi allo specchio e di guardare in faccia le altre persone. Per fortuna, grazie all'aiuto di Ben, Fallon riesce a crescere e a riacquistare quella fiducia in se stessa che da tempo ha perso.
lunedì 26 agosto 2019
THE MIRACLE MONDAY QUOTE #65
Buongiorno a tutti, amici!
Devo ammettere che ieri non è stata proprio una giornata fantastica... Non credo sia il caso di raccontarvi proprio tutto nei dettagli (non vorrei mettervi tristezza), perciò ora cercherò di essere il più veloce possibile e di andare dritta al punto.
La frase che ho scelto per oggi è di Jim Morrison e con essa ho un legame un po' particolare: per il mio compleanno quest'anno la mia migliore amica mi ha regalato una nuvoletta di legno con incise proprio queste parole; ora la nuvoletta se ne sta sospesa sopra al mio letto e mi fa sorridere ogni sera quando vado a dormire.
Direi che questa frase fa proprio per me, è super adatta! E poi... avevo davvero bisogno di aggiungere qualcosa alla mia collezione di parole notturne (questo è un segreto che non vi svelerò mai XD).
Che ne pensate? A voi piace?
Alex
Devo ammettere che ieri non è stata proprio una giornata fantastica... Non credo sia il caso di raccontarvi proprio tutto nei dettagli (non vorrei mettervi tristezza), perciò ora cercherò di essere il più veloce possibile e di andare dritta al punto.
La frase che ho scelto per oggi è di Jim Morrison e con essa ho un legame un po' particolare: per il mio compleanno quest'anno la mia migliore amica mi ha regalato una nuvoletta di legno con incise proprio queste parole; ora la nuvoletta se ne sta sospesa sopra al mio letto e mi fa sorridere ogni sera quando vado a dormire.
Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare.
Direi che questa frase fa proprio per me, è super adatta! E poi... avevo davvero bisogno di aggiungere qualcosa alla mia collezione di parole notturne (questo è un segreto che non vi svelerò mai XD).
Che ne pensate? A voi piace?
Buona settimana!
Alex
giovedì 22 agosto 2019
RECENSIONE: Il Diario, un destino già scritto di Gabriele Missaglia
Mi aspettavo qualcosa di diverso.
TITOLO: Il Diario: un destino già scritto
AUTORE: Gabriele Missaglia
EDITORE: self
PAGINE: 180
TRAMA:
Che cosa fareste se vi fosse data la possibilità di conoscere il vostro futuro?
È quello che succede al protagonista di questo libro, Andrew, un broker londinese, che ha fatto carriera tanto da diventare direttore della filiale della società per cui lavora.
Un giorno, dopo essere ritornato nella casa di famiglia per passare il resto della vita con la sua bellissima moglie Phoebe, trova un diario.
Nel piccolo, e apparentemente innocuo, libro sono narrati tre episodi della sua vita. Di cosa parlano? Chi l’ha scritto? Qual è la ragione del ritrovamento?
Il desiderio di svelare la risposta a queste domande, che perseguiteranno il protagonista per tutto il corso dalla storia, cambierà in modo irreversibile la vita di Andrew, il tenue equilibrio familiare con Phoebe e il loro rapporto con Finn, un vecchio amico di famiglia che cerca di sfondare come autore teatrale.
Il ruolo che questi due personaggi avranno sulla storia arricchisce un intreccio ben ordito, fluido e dall’esito imprevedibile: uno dei rari casi in cui si può affermare che la fantasia ha superato, di molto, la realtà.
RECENSIONE
Idea molto valida, la cui realizzazione non si è dimostrata altrettanto soddisfacente.
Premessa: mi aspettavo un prodotto completamente diverso, a partire dallo stile. Io avevo, infatti, letto diversi racconti scritti da Gabriele Missaglia per un contest letterario (al quale ho partecipato come membro della giuria) e da questi avevo associato all'autore uno stile molto più giovane, più fresco, a tratti scherzoso... dalla forma non perfetta ma leggero e coinvolgente. Anche la personalità dell'autore stesso mi era parsa coerente a questa linea, visto che nelle nostre conversazioni online e al telefono mi è sempre sembrato un ragazzo esuberante e frizzante. Credevo che avrei ritrovato la stesso carattere nel suo testo.
Contrariamente alle mie aspettative, questo libro non è così: ne Il diario Gabriele cerca di elevare in qualche modo il suo stile, arricchendo e complicando strutture e frasi... con un risultato non proprio ottimo, nel senso che spesso il tono utilizzato diventa scolastico, quasi piatto. Questo vale prevalentemente per le descrizioni (come quelle degli ambienti all'inizio dell'opera), che risultano essere prolisse e sostanzialmente inutili. I dialoghi non sono estremamente brillanti nell'insieme.
Le parti senza ombra di dubbio più interessanti sono i momenti di riflessione dei vari personaggi, ovvero quegli istanti in cui Andrew, Phoebe o Finn si ritrovano soli... a pensare. Qui ho individuato alcuni messaggi importanti, alcuni spunti di riflessione rivolti anche ai lettori, dei vaneggiamenti filosofeggianti più azzeccati e adatti alla storia e alle caratteristiche dei singoli individui. Riprenderò questo punto più avanti nella recensione.
mercoledì 21 agosto 2019
RECENSIONE FILM: The sun is also e star
Il 17 maggio è uscito al cinema negli Stati Uniti il film The sun is also a star, tratto dall'omonimo libro di Nicola Yoon (QUI la recensione). L'uscita in Italia era prevista per l'8 agosto, però, per qualche ragione che non ci ha dato sapere, i cinema italiani hanno deciso di non proiettare questo film. Ciò nonostante io oggi sono qui per farvene la recensione. Non saprete mai come l'ho visto, informazione top secret.
Dopo aver letto il libro (che ho amato), ero molto entusiasta all'idea che avrebbero fatto anche il film, ma piuttosto perplessa dalla scelta degli attori, soprattutto dalla scelta di Charles Melton nei panni di Daniel.
Yara Shahidi, interprete di Natasha, non la conoscevo come attrice, perciò non sapevo cosa aspettarmi da lei... Sinceramente la sua giovane età mi aveva intimorita un po', considerato che Natasha non è un personaggio per niente facile da rappresentare. Charles Melton, invece, lo conoscevo molto bene, essendo una fan di Riverdale, e non riuscivo per niente a immaginarmelo come Daniel (ovviamente perchè nella mia testa Charles Melton era associato al personaggio di Reggie... che non è di certo famoso per essere un genio o un romanticone). Per fortuna, mi sono ricreduta completamente su entrambi.
Dopo aver letto il libro (che ho amato), ero molto entusiasta all'idea che avrebbero fatto anche il film, ma piuttosto perplessa dalla scelta degli attori, soprattutto dalla scelta di Charles Melton nei panni di Daniel.
Yara Shahidi, interprete di Natasha, non la conoscevo come attrice, perciò non sapevo cosa aspettarmi da lei... Sinceramente la sua giovane età mi aveva intimorita un po', considerato che Natasha non è un personaggio per niente facile da rappresentare. Charles Melton, invece, lo conoscevo molto bene, essendo una fan di Riverdale, e non riuscivo per niente a immaginarmelo come Daniel (ovviamente perchè nella mia testa Charles Melton era associato al personaggio di Reggie... che non è di certo famoso per essere un genio o un romanticone). Per fortuna, mi sono ricreduta completamente su entrambi.
martedì 20 agosto 2019
SEGNALAZIONE: Sarò Notte o forse Inverno di Mattia Cattaneo
Buongiorno a tutti!
Ultimamente VCUC sta ricevendo attenzioni anche da alcuni... poeti. Nonostante la poesia non sia proprio il mio genere, ci tengo a lasciare anche a questi scrittori il giusto spazio. Vi segnalo quindi la quarta silloge di Mattia Catteneo, che sarà a breve seguita dalla pubblicazione di un romanzo.
TITOLO: Sarò Notte o forse Inverno
AUTORE: Mattia Cattaneo
PAGINE: 74
EDITORE: self
SINOSSI
Sarò Notte o forse Inverno quarta ed ultima silloge poetica di Mattia Cattaneo che precede il romanzo (di prossima uscita, ad inizio settembre) Dove sento il cuore.
Citando uno stralcio dalla prefazione del saggista e critico letterario Nazario Pardini, Sarò Notte o forse Inverno, il titolo della silloge in questione, dove ritmi di varia portata reificano la complessità delle vicende emotive, facendo delle figure retoriche, delle sinestesie, delle assonanze, e delle metafore un terreno adatto al distendersi del canto:
“… Posso sorriderti/ nella gioia di camminarti/ e percorrere/ con te/ tra fiumi gremiti/ l’immenso viaggio” (Non invoco il tuo nome).
La dimensione dell’Anima, scandagliata a fondo, del tormento, dell’attesa. E’ un libricino che si ricollega al romanzo Dove sento il cuore. E’ come se queste poesie fossero state scritte dalla protagonista del testo. Ho voluto pubblicare questo libricino esattamente 1 mese prima dell’uscita del mio ultimo romanzo.
Il titolo è alquanto curioso racchiude un interrogativo che ognuno di noi può farsi, sta a significare la libertà di scelta, cosa vogliamo essere e la valenza interpretativa che diamo a ciò che siamo. Possiamo essere una Notte accogliente o tormentata e un inverno freddo. Poniamoci spesso interrogativi su ciò che possiamo essere.
Ultimamente VCUC sta ricevendo attenzioni anche da alcuni... poeti. Nonostante la poesia non sia proprio il mio genere, ci tengo a lasciare anche a questi scrittori il giusto spazio. Vi segnalo quindi la quarta silloge di Mattia Catteneo, che sarà a breve seguita dalla pubblicazione di un romanzo.
TITOLO: Sarò Notte o forse Inverno
AUTORE: Mattia Cattaneo
PAGINE: 74
EDITORE: self
SINOSSI
Sarò Notte o forse Inverno quarta ed ultima silloge poetica di Mattia Cattaneo che precede il romanzo (di prossima uscita, ad inizio settembre) Dove sento il cuore.
Citando uno stralcio dalla prefazione del saggista e critico letterario Nazario Pardini, Sarò Notte o forse Inverno, il titolo della silloge in questione, dove ritmi di varia portata reificano la complessità delle vicende emotive, facendo delle figure retoriche, delle sinestesie, delle assonanze, e delle metafore un terreno adatto al distendersi del canto:
“… Posso sorriderti/ nella gioia di camminarti/ e percorrere/ con te/ tra fiumi gremiti/ l’immenso viaggio” (Non invoco il tuo nome).
La dimensione dell’Anima, scandagliata a fondo, del tormento, dell’attesa. E’ un libricino che si ricollega al romanzo Dove sento il cuore. E’ come se queste poesie fossero state scritte dalla protagonista del testo. Ho voluto pubblicare questo libricino esattamente 1 mese prima dell’uscita del mio ultimo romanzo.
Il titolo è alquanto curioso racchiude un interrogativo che ognuno di noi può farsi, sta a significare la libertà di scelta, cosa vogliamo essere e la valenza interpretativa che diamo a ciò che siamo. Possiamo essere una Notte accogliente o tormentata e un inverno freddo. Poniamoci spesso interrogativi su ciò che possiamo essere.
sabato 17 agosto 2019
DIARIO VCUC: viaggio in Olanda
Buongiorno a tutti, amici!
Come avrete visto da Instagram, settimana scorsa io e Marta siamo state in Olanda con i nostri genitori. La vacanza è stata organizzata dal nostro caro papà, il quale ci ha preparato un viaggetto coi fiocchi.
Giovedì 8 agosto siamo partiti molto presto, intorno alle cinque del mattino, e abbiamo dato inizio alla nostra grande avventura: 15 ore di auto per arrivare a Utrecht, dove abbiamo soggiornato la prima notte.
Nota negativa del viaggio: il traffico in Germania. Qui, nel cuore dell'Europa, molte strade erano parzialmente chiuse per lavori di vario tipo e incidenti, il che ci ha causato un bel ritardo sulla tabella di marcia (friggendoci anche il cervello, fermi al sole in pieno pomeriggio... Io ne ho approfittato per leggere Il diario di Gabriele Missaglia, di cui pubblicherò a breve la recensione).
Un elemento che mi ha invece molto colpita, della Germania prima e dell'Olanda poi, è stato l'alto numero di pale eoliche presenti: lungo tutta l'autostrada nel primo Stato e più o meno ovunque nel secondo c'erano impianti eolici. Pale e pale eoliche. Se avete presente la mia mania ecologista, dovreste riuscire a immaginare i miei occhietti a cuoricino quando le ho viste.
La prossima volta che sentirò qualcuno lamentarsi perché le pale "rovinano il paesaggio" e "fanno rumore", porterò questo qualcuno a Rotterdam, dove le pale arrivano fino alla periferia della città.
Una figata. Non ho altro modo per descrivere la mia esaltazione XD
Il primo giorno abbiamo visitato Utrecht, immergendoci fin da subito in un'atmosfera molto diversa da quella di casa nostra: ha piovuto quasi tutto il giorno... e questo clima ha contribuito a rendere l'ambiente ancora più suggestivo. Ci siamo persi tra i canali, ammirando le piccole imbarcazioni, i ponti e i locali.
Se vi capita di fare un salto in questa città, vi consiglio di fermarvi per pranzo al Graaf Floris e di ordinare l'insalata con salmone affumicato: vi arriverà un delizioso e ricchissimo piatto di verdure, fette di salmone e salsine, il tutto accompagnato da pane caldo e burro. Il paradiso per il mio palato.
Come avrete visto da Instagram, settimana scorsa io e Marta siamo state in Olanda con i nostri genitori. La vacanza è stata organizzata dal nostro caro papà, il quale ci ha preparato un viaggetto coi fiocchi.
Giovedì 8 agosto siamo partiti molto presto, intorno alle cinque del mattino, e abbiamo dato inizio alla nostra grande avventura: 15 ore di auto per arrivare a Utrecht, dove abbiamo soggiornato la prima notte.
Nota negativa del viaggio: il traffico in Germania. Qui, nel cuore dell'Europa, molte strade erano parzialmente chiuse per lavori di vario tipo e incidenti, il che ci ha causato un bel ritardo sulla tabella di marcia (friggendoci anche il cervello, fermi al sole in pieno pomeriggio... Io ne ho approfittato per leggere Il diario di Gabriele Missaglia, di cui pubblicherò a breve la recensione).
Un elemento che mi ha invece molto colpita, della Germania prima e dell'Olanda poi, è stato l'alto numero di pale eoliche presenti: lungo tutta l'autostrada nel primo Stato e più o meno ovunque nel secondo c'erano impianti eolici. Pale e pale eoliche. Se avete presente la mia mania ecologista, dovreste riuscire a immaginare i miei occhietti a cuoricino quando le ho viste.
La prossima volta che sentirò qualcuno lamentarsi perché le pale "rovinano il paesaggio" e "fanno rumore", porterò questo qualcuno a Rotterdam, dove le pale arrivano fino alla periferia della città.
Una figata. Non ho altro modo per descrivere la mia esaltazione XD
Il primo giorno abbiamo visitato Utrecht, immergendoci fin da subito in un'atmosfera molto diversa da quella di casa nostra: ha piovuto quasi tutto il giorno... e questo clima ha contribuito a rendere l'ambiente ancora più suggestivo. Ci siamo persi tra i canali, ammirando le piccole imbarcazioni, i ponti e i locali.
Se vi capita di fare un salto in questa città, vi consiglio di fermarvi per pranzo al Graaf Floris e di ordinare l'insalata con salmone affumicato: vi arriverà un delizioso e ricchissimo piatto di verdure, fette di salmone e salsine, il tutto accompagnato da pane caldo e burro. Il paradiso per il mio palato.
venerdì 16 agosto 2019
RECENSIONE: La voce nascosta delle pietre di Chiara Parenti
Quando le pietre parlano...
TITOLO: La voce nascosta delle pietre
AUTORE: Chiara Parenti
EDITORE: Garzanti
PAGINE: 362
AUTORE: Chiara Parenti
EDITORE: Garzanti
PAGINE: 362
TRAMA:
«Segui le pietre, solo loro regalano la felicità». Luna è una bambina
quando il nonno le dice queste parole speciali insegnandole che l'agata
infonde coraggio, l'acquamarina dona gioia e la giada diffonde pace e
saggezza. E lei è certa che quello sia il suo destino. Ma ora che ha
ventinove anni, Luna non crede più che le pietre possano aiutare le
persone. Non riesce più a sentire la loro voce. Per lei sono solo
sassolini colorati che vende nel negozio di famiglia, mentre il nonno è
in giro per il mondo a cercare gemme. Perché il suo cuore porta ancora i
segni della delusione. Si è fidata delle pietre, di quello che
nascondono, di quello che significano. Si è fidata di quel ragazzo di
sedici anni che attraverso di loro le parlava di sentimenti.
Dell'amicizia che cresceva ogni giorno e racchiudeva in sé la promessa
di un amore indistruttibile. Leonardo era l'unico a credere come lei nel
fascino dei minerali e dei cristalli. Leonardo che in una notte di
molti anni prima l'ha abbandonata, senza una spiegazione, senza una
parola. E da allora il mondo di Luna è crollato, pezzo dopo pezzo. A
fatica lo ha ricostruito, non guardando mai più indietro. Fino a oggi.
Fino al ritorno di Leonardo nella sua vita. È lì per darle tutte le
risposte che non le ha mai dato. Risposte che Luna non vuole più
ascoltare. Fidarsi nuovamente di lui le sembra impossibile. Ha costruito
intorno al suo cuore un muro invalicabile per non soffrire più. Ma suo
nonno è accanto a lei per ricordarle come trovare conforto: il quarzo
rosa, la pietra del perdono, e il corallo che sconfigge la paura. Solo
loro conoscono la strada. Bisogna guardarsi dentro e avere il coraggio
di seguirle.
RECENSIONE
Dopo aver letto l'estate scorsa Per lanciarsi dalle stelle e Tutta colpa del mare (e anche un po' di un mojito), quest'estate ho deciso di aggiungere un altro titolo alla mia lista dei romanzi di Chiara Parenti letti, così mi sono buttata su La voce nascosta delle pietre. Sulla blogosfera avevo letto recensioni molto positive, perciò avevo aspettative piuttosto alte... che purtroppo non sono state pienamente soddisfatte.
Partiamo da ciò che mi è piaciuto di più: la struttura della narrazione. Proprio come in Tutta colpa del mare, anche in questo romanzo la Parenti racconta le vicende alternando un capitolo ambientato nel passato e uno ambientato nel presente: in questo modo abbiamo la possibilità di scoprire pian piano ciò che ha portato Luna e Leo alla rottura e, al tempo stesso, possiamo capire come la loro separazione abbia influenzato in maniera drastica la vita della protagonista. Quando era con Leo Luna era una persona completamente diversa, piena di vita e di curiosità; dopo la scomparsa del ragazzo il cuore di Luna ha iniziato a sanguinare e la sua vita ha subito una battuta d'arresto.
"Per metà della mia vita ho pensato che la nascita di una gemma fosse una magia.
Tutti gli elementi fondamentali, fuoco, aria, acqua e terra partecipano alla sua formazione nelle viscere del pianeta. Mio nonno le ha sempre chiamate "le figlie della terra": concepite nel suo ventre caldo, perpetuano all'infinito il battito del suo cuore infuocato.
Anche il cuore di mio nonno pulso allo stesso ritmo, e così faceva il mio, fino a che non è andato in mille pezzi.
Da allora ho smesso di credere ai sogni e alle fiabe, alle pietre e alla magia."
Un altro aspetto del romanzo che mi è piaciuto particolarmente è la presenza all'inizio di ogni capitolo del nome di una pietra, accompagnato dalla spiegazione delle sue proprietà: in questo modo è stato più facile capire che cosa intendevano i personaggi quando sostenevano che ciascuna pietra ha una propria voce nascosta, che le permette di comunicare alle persone.
Come sempre, ovviamente, ho apprezzato lo stile narrativo dell'autrice: semplice, diretto e simpatico.
mercoledì 14 agosto 2019
SEGNALAZIONE: Le acque del sonno eterno di Maria Cristina Pizzuto
Buongiorno a tutti!
Oggi vi segnalo la terza opera di Maria Cristina Pizzuto, parte della collana Policromia.
Emanuela Navone, direttrice della collana, ne parla così: "Come sempre, quando la Pizzuto scrive riesce a calamitare l’attenzione del lettore sin dalle primissime righe, grazie a una prosa semplice ma ricca di dettagli e da una scrittura che dosa sapientemente metafore, paragoni e l’uso di aggettivi. Inoltre il lettore non potrà non accorgersi, da subito, dei numerosi messaggi che il romanzo reca con sé. Ed è questa la peculiarità dello stile di Maria Cristina: riuscire a trasmettere emozioni, sensazioni, ma anche temi di forte attualità e di intimità."
TITOLO: Le acque del sonno eterno
AUTRICE: Maria Cristina Pizzuto
PAGINE: 152
TRAMA:
Sara, rimasta orfana a causa di un incidente, è costretta ad andare a vivere al castello del suo austero zio Alberto, in una cittadina chiamata Pomlete.Al suo arrivo è accolta con estrema freddezza ma, con il passare dei giorni, fa amicizia con Marta, la cuoca, e con Erika, la moglie defuntadello zio.Saranno proprio lo spirito di Erika e la pazienza di Sara a sciogliere il cuore arido e indurito di Alberto, trasformandolo in una persona cordiale e amabile.Nonostante i ripetuti moniti di Erika di stare lontana dall’acqua, Sara deciderà di trasferirsi in un paesino nei pressi di una diga, dove troverà la sua indipendenza e l’amore al fianco di Francesco, fino al fatidico giorno in cui la diga riverserà le sue acque sul centro abitato, trasformando le loro vite per sempre...Questo racconto vuole ricordare il disastro provocato dalla rottura della diga del Vajont, che in una sola notte ha causato mille e novecento morti.Tragedia che poteva essere evitata e che ha causato danni all’ambiente e alle persone, devastando un intero paese.Sebbene la narrazione sia puramente fantastica,vuole mettere in risalto come vite diverse vengano spezzate in poco tempo, per motivi futili e prese di posizione politico-economiche.Questa storia è stata scritta per non dimenticare, per sottolineare che la superficialità umana spesso portaalla distruzione di vite, gremite di desideri ed emozioni. L’Uomo diventa, qui, il dio di se stesso. Un suo errore può varcare il limite della vita e della morte, ed egli si fa autore di misfatti che potrebbero benissimo essere evitati. È un urlo a chiunque possa decidere delle sorti dell’umanità a essere più responsabile in ciò che si fa e si esercita, a prescindere dai giri economici e di potere.“Le acque del sonno eterno” vuole implorare tutti gli uomini a imparare dai nostri stessi errori. Sbagli che hanno portato a catastrofiche conseguenze spezzando l’esistenza di molte vite umane.
Che ne pensate? Vi ispira?
Alex
Oggi vi segnalo la terza opera di Maria Cristina Pizzuto, parte della collana Policromia.
Emanuela Navone, direttrice della collana, ne parla così: "Come sempre, quando la Pizzuto scrive riesce a calamitare l’attenzione del lettore sin dalle primissime righe, grazie a una prosa semplice ma ricca di dettagli e da una scrittura che dosa sapientemente metafore, paragoni e l’uso di aggettivi. Inoltre il lettore non potrà non accorgersi, da subito, dei numerosi messaggi che il romanzo reca con sé. Ed è questa la peculiarità dello stile di Maria Cristina: riuscire a trasmettere emozioni, sensazioni, ma anche temi di forte attualità e di intimità."
TITOLO: Le acque del sonno eterno
AUTRICE: Maria Cristina Pizzuto
PAGINE: 152
TRAMA:
Sara, rimasta orfana a causa di un incidente, è costretta ad andare a vivere al castello del suo austero zio Alberto, in una cittadina chiamata Pomlete.Al suo arrivo è accolta con estrema freddezza ma, con il passare dei giorni, fa amicizia con Marta, la cuoca, e con Erika, la moglie defuntadello zio.Saranno proprio lo spirito di Erika e la pazienza di Sara a sciogliere il cuore arido e indurito di Alberto, trasformandolo in una persona cordiale e amabile.Nonostante i ripetuti moniti di Erika di stare lontana dall’acqua, Sara deciderà di trasferirsi in un paesino nei pressi di una diga, dove troverà la sua indipendenza e l’amore al fianco di Francesco, fino al fatidico giorno in cui la diga riverserà le sue acque sul centro abitato, trasformando le loro vite per sempre...Questo racconto vuole ricordare il disastro provocato dalla rottura della diga del Vajont, che in una sola notte ha causato mille e novecento morti.Tragedia che poteva essere evitata e che ha causato danni all’ambiente e alle persone, devastando un intero paese.Sebbene la narrazione sia puramente fantastica,vuole mettere in risalto come vite diverse vengano spezzate in poco tempo, per motivi futili e prese di posizione politico-economiche.Questa storia è stata scritta per non dimenticare, per sottolineare che la superficialità umana spesso portaalla distruzione di vite, gremite di desideri ed emozioni. L’Uomo diventa, qui, il dio di se stesso. Un suo errore può varcare il limite della vita e della morte, ed egli si fa autore di misfatti che potrebbero benissimo essere evitati. È un urlo a chiunque possa decidere delle sorti dell’umanità a essere più responsabile in ciò che si fa e si esercita, a prescindere dai giri economici e di potere.“Le acque del sonno eterno” vuole implorare tutti gli uomini a imparare dai nostri stessi errori. Sbagli che hanno portato a catastrofiche conseguenze spezzando l’esistenza di molte vite umane.
Che ne pensate? Vi ispira?
Alex
lunedì 12 agosto 2019
THE MIRACLE MONDAY QUOTE #64
Buongiorno!
Da qualche giorno ormai sono in Olanda. Vorrei tanto potervi raccontare le mie avventure in questo post, però purtroppo non posso farlo. Perché? Semplicemente perché ho scritto questo post settimana scorsa, prima di partire, e ora è stato pubblicato automaticamente XD
Se vi va di vedere qualche foto del nostro viaggio potete seguire me (QUI) e Marta (QUI) su Instagram. Appena torneremo provvederò a raccontarti tutto nei dettagli.
Quale citazione ho scelto per oggi? Beh, per stare in tema... ho scelto le frasi di due celebri figure legate all'Olanda: Anna Frank e Van Gogh.
Da qualche giorno ormai sono in Olanda. Vorrei tanto potervi raccontare le mie avventure in questo post, però purtroppo non posso farlo. Perché? Semplicemente perché ho scritto questo post settimana scorsa, prima di partire, e ora è stato pubblicato automaticamente XD
Se vi va di vedere qualche foto del nostro viaggio potete seguire me (QUI) e Marta (QUI) su Instagram. Appena torneremo provvederò a raccontarti tutto nei dettagli.
Quale citazione ho scelto per oggi? Beh, per stare in tema... ho scelto le frasi di due celebri figure legate all'Olanda: Anna Frank e Van Gogh.
sabato 10 agosto 2019
RIDERS ON THE STORM: la caccia selvaggia
Buongiorno a tutti!
Il titolo di questo post vi lascia perplessi? Non avete la più pallida idea di quale sia il tema di oggi? Non preoccupatevi, vi capisco... diciamo che non è proprio un argomento da bar.
Partiamo dalla cosa più semplice: riconoscete il titolo della canzone dei Doors? Sì? Bene, allora possiamo procedere. O meglio, possiamo tornare indietro... all'origine di questa storia.
Per chi non lo sapesse, la sottoscritta ha frequentato il liceo linguistico Simone Weil di Treviglio (BG), dove si è diplomata un paio di anni fa. Eh sì, questo è stato il tema della mia tesina. Non esistono più le tesine, vero? Peccato, prepararle era una figata. O almeno la mia lo è stata.
Ancora tutto buio sul tema? Faccio un po' di luce, promesso.
La genesi di questo lavoro risale a una serie TV che ho seguito con interesse per alcuni anni, ovvero Teen Wolf: teen drama con protagonisti adolescenti licantropi e altre creature sovrannaturali, nemici a bizzeffe, qualche morto e il mondo da salvare. Nulla di trascendentale. Nella prima parte della sesta stagione, però, sono comparsi degli antagonisti alquanto singolari... La cosiddetta Wild Hunt, la Caccia Selvaggia. Incuriosita da queste figure ho fatto qualche ricerca... e sbam, ho scoperto che la Caccia è parte delle leggende tradizionali degli Stati di mezza Europa e non solo: si parla di Chasse Arthur, Chasse Fantastique e Mesnie Hellequin in Francia, di Gabriel's Hounds in UK, di Caccia Morta nel nord Italia, di Ghost Riders in USA...
Questi personaggi mitologici sono stati ripresi anche in numerosissime opere letterarie, in dipinti, film, canzoni e videogiochi: oltre ai sopracitati Teen Wolf e Doors, ricordiamo letterati del calibro di Béquer e Wordsworth, di scrittori italiani come Boccaccio e Pirandello, ma anche opere contemporanee come la saga Shadowhunters di Cassandra Clare e i videogiochi The Elder Scrolls.
Per darvi qualche informazione in più vi riporto l'introduzione della mia tesina.
La Caccia Selvaggia è un tema mitologico e folcloristico originario dell’Europa centro-settentrionale, che si è diffuso, nel corso dei secoli, in molteplici Paesi “occidentali”, con varianti e infinite sfumature.
La struttura narrativa è simile per tutte le versioni del mito: un corteo notturno di esseri sovrannaturali attraversa il cielo (o il terreno), mentre è intento in una furiosa battuta di caccia. Entrano poi in gioco anime perdute, anime rubate, morti violente, ricchezze depredate, assassinii, crudeltà, onore, sangue…
Il mito, misterioso, affascinante, oscuro e a tratti inquietante, ha esercitato la sua attraente magia anche sulle menti di molti autori contemporanei, che non hanno potuto evitare di inserirlo nelle loro storie e nei loro racconti. Queste versioni dei secoli XIX e XX sono forse meno veritiere di quelle del Medioevo? O può un mito evolversi con la società, senza, per questo, perdere il suo valore? Insomma, la Caccia è anime perdute, anime rubate, morti violente, ricchezze depredate, assassini, crudeltà, onore, sangue… Ma anche fate, dei malvagi, pistole, fumi verdi e stazioni dei treni?
A ogni versione le sue peculiarità, e, soprattutto, a ogni versione il suo capo.
Lasciamo decidere alla Caccia la verità sulla Caccia.
Il titolo di questo post vi lascia perplessi? Non avete la più pallida idea di quale sia il tema di oggi? Non preoccupatevi, vi capisco... diciamo che non è proprio un argomento da bar.
Partiamo dalla cosa più semplice: riconoscete il titolo della canzone dei Doors? Sì? Bene, allora possiamo procedere. O meglio, possiamo tornare indietro... all'origine di questa storia.
Per chi non lo sapesse, la sottoscritta ha frequentato il liceo linguistico Simone Weil di Treviglio (BG), dove si è diplomata un paio di anni fa. Eh sì, questo è stato il tema della mia tesina. Non esistono più le tesine, vero? Peccato, prepararle era una figata. O almeno la mia lo è stata.
Ancora tutto buio sul tema? Faccio un po' di luce, promesso.
La genesi di questo lavoro risale a una serie TV che ho seguito con interesse per alcuni anni, ovvero Teen Wolf: teen drama con protagonisti adolescenti licantropi e altre creature sovrannaturali, nemici a bizzeffe, qualche morto e il mondo da salvare. Nulla di trascendentale. Nella prima parte della sesta stagione, però, sono comparsi degli antagonisti alquanto singolari... La cosiddetta Wild Hunt, la Caccia Selvaggia. Incuriosita da queste figure ho fatto qualche ricerca... e sbam, ho scoperto che la Caccia è parte delle leggende tradizionali degli Stati di mezza Europa e non solo: si parla di Chasse Arthur, Chasse Fantastique e Mesnie Hellequin in Francia, di Gabriel's Hounds in UK, di Caccia Morta nel nord Italia, di Ghost Riders in USA...
Questi personaggi mitologici sono stati ripresi anche in numerosissime opere letterarie, in dipinti, film, canzoni e videogiochi: oltre ai sopracitati Teen Wolf e Doors, ricordiamo letterati del calibro di Béquer e Wordsworth, di scrittori italiani come Boccaccio e Pirandello, ma anche opere contemporanee come la saga Shadowhunters di Cassandra Clare e i videogiochi The Elder Scrolls.
Per darvi qualche informazione in più vi riporto l'introduzione della mia tesina.
La Caccia Selvaggia è un tema mitologico e folcloristico originario dell’Europa centro-settentrionale, che si è diffuso, nel corso dei secoli, in molteplici Paesi “occidentali”, con varianti e infinite sfumature.
La struttura narrativa è simile per tutte le versioni del mito: un corteo notturno di esseri sovrannaturali attraversa il cielo (o il terreno), mentre è intento in una furiosa battuta di caccia. Entrano poi in gioco anime perdute, anime rubate, morti violente, ricchezze depredate, assassinii, crudeltà, onore, sangue…
Il mito, misterioso, affascinante, oscuro e a tratti inquietante, ha esercitato la sua attraente magia anche sulle menti di molti autori contemporanei, che non hanno potuto evitare di inserirlo nelle loro storie e nei loro racconti. Queste versioni dei secoli XIX e XX sono forse meno veritiere di quelle del Medioevo? O può un mito evolversi con la società, senza, per questo, perdere il suo valore? Insomma, la Caccia è anime perdute, anime rubate, morti violente, ricchezze depredate, assassini, crudeltà, onore, sangue… Ma anche fate, dei malvagi, pistole, fumi verdi e stazioni dei treni?
A ogni versione le sue peculiarità, e, soprattutto, a ogni versione il suo capo.
Lasciamo decidere alla Caccia la verità sulla Caccia.
mercoledì 7 agosto 2019
RECENSIONE: I gialli del mistero - Nerio di Roh Christensen
Un breve giallo da ombrellone
TITOLO: I gialli del mistero - Nerio
AUTRICE: Roh Christensen
EDITORE: self
TRAMA:
Il commissario Nerio Saveri, dopo aver aggredito un superiore, deve riconsegnare pistola e distintivo e intraprendere un percorso di recupero. Durante la terapia con la dottoressa Friedman, iniziano strani sogni che lo portano indietro nel tempo sulle coste della Scozia, dove incontra un suo avo vissuto nel 1700. Il ragazzo, che ha il suo stesso nome, non può vederlo e vive in una condizione di povertà estrema. Nerio cerca di dargli una mano come può e nel frattempo deve rimettere insieme i cocci della sua vita: un matrimonio andato in frantumi e il rischio di restare senza lavoro. La dottoressa Friedman, durante la terapia, scopre qualcosa che lo riguarda e di cui nessuno, neppure lui ne è a conoscenza. La domestica Nanni dall'accento romanesco e la dolce Clelia, nipote di Nerio rimasta orfana, sono solo alcuni dei personaggi che incontrerete in questo giallo dai contorni misteriosi.
RECENSIONE
L'opera in questione è un lungo racconto (o un romanzo breve?) di circa 80 pagine, il primo titolo di una serie.
L'autrice nel corso del testo si sofferma spesso sulle descrizioni di ambienti e paesaggi, approccio che in alcune situazioni risulta molto pittoresco (nel passato) e in altre un po' ridondante (nel presente).
Per quanto riguarda il protagonista, il detective Saveri, fin dalle prime pagine egli riesce a conquistare la simpatia del lettore, presentando un buon connubio di gentilezza e sfacciataggine: è un uomo misterioso, con un passato interessante e un carattere accattivante; un uomo un po' scorbutico ma dal cuore grande.
L'altro personaggio che mi ha convinta appieno, strappandomi un sorriso in più occasioni, è Nanni, ovvero la determinata e premurosa domestica del detective.
Nerio antenato, invece, mi ha suscitato soprattutto tenerezza e a tratti compassione. Mi sarebbe piaciuto poter seguire di più le sue avventure, mentre mi pare che sia stato un po' trascurato nel corso della narrazione... D'altra parte dobbiamo ricordarci che la storia proseguirà nei prossimi volumi, dove, spero, avremo modo di appronfondire le vicende di questo giovanotto.
Vista la brevità del testo, non commenterò oltre lo sviluppo della trama al fine di evitare spoiler; tuttavia ci tengo a sottolineare che, secondo me, l'autrice ha raggiunto l'obiettivo: il libro cattura l'attenzione del lettore, lo incolla alla storia, spingendolo a domandarsi cosa accadrà in seguito.
Io sono molto curiosa di scoprire come si evolveranno gli eventi e quale sorte toccherà ai protagonisti. Le domande sono molte... spero di avere le risposte in futuro.
Piccola nota negativa: in alcuni punti la forma del testo potrebbe essere migliorata.
Romanzo consigliato agli appassionati di gialli e misteri di ogni sorta; libro adatto per una rapida lettura sotto l'ombrellone.
VOTO:
Cosa ne pensate? Vi ispira?
Alex
UNA LETTURA E UNA GUSTOSA MERENDA #6
Buongiornissimo a tutti!
Dopo due bellissime settimane di vacanza eccomi di nuovo qui... con il sesto appuntamento di questa golosissima rubrica.
AUTORE: J. D. Salinger
TRAMA
Sono passati più di sessant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e tutto quello che gli è cascato addosso dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ciascuno vi ha letto la propria rabbia, ha assunto il protagonista a "exemplum vitae", e ciò ne ha decretato l'immenso successo che dura tuttora. Torna, in una nuova traduzione di Matteo Colombo, il libro che ha sconvolto il corso della letteratura contemporanea influenzando l'immaginario collettivo e stilistico del Novecento.
QUI LA RECENSIONE.
Dopo due bellissime settimane di vacanza eccomi di nuovo qui... con il sesto appuntamento di questa golosissima rubrica.
Un viaggio nella testa di Holden Caulfield
TITOLO: Il giovane Holden
AUTORE: J. D. Salinger
TRAMA
Sono passati più di sessant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e tutto quello che gli è cascato addosso dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ciascuno vi ha letto la propria rabbia, ha assunto il protagonista a "exemplum vitae", e ciò ne ha decretato l'immenso successo che dura tuttora. Torna, in una nuova traduzione di Matteo Colombo, il libro che ha sconvolto il corso della letteratura contemporanea influenzando l'immaginario collettivo e stilistico del Novecento.
QUI LA RECENSIONE.
martedì 6 agosto 2019
SEGNALAZIONE: Particolare di Teresa Capezzuto
Buongiorno a tutti!
Come stanno andando le vostre vacanze? Io tra un paio di giorni partirò di nuovo... per l'Olanda questa volta *-*
Intanto approfitto di questi pochi momenti a casa per segnalarvi un'opera un po' particolare, ovvero una raccolta di poesie. Personalmente non sono una grande appassionata del genere, visto che non leggo poesie per diletto e non sono mai andata oltre quello che ho studiato a scuola. Vi riporto comunque questa raccolta, magari tra voi c'è qualche grande appassionato alla ricerca di novità ;)
TITOLO: Particolare
AUTRICE: Teresa Capezzuto
GENERE: Raccolta di poesie
PAGINE: 100
EDITORE: Genesi Editrice
SINOSSI
Particolare è un libro di poesie in grado di far assaporare un salutare cocktail di emozioni e riflessioni. “Particolare e unica ci parla / la nostra vita”, grande fonte d’ispirazione per una poesia che si nutre di particolari e affida al valore delle parole messaggi positivi, generatori di gioia. È l’allegria che nasce dai filtri del dolore e della sofferenza insiti nell’esistenza umana, quando si sa rischiare riuscendo a dominarli. Il grande Giuseppe Ungaretti parlava di “allegria di naufragi”.
Sono versi che mostrano un dialogo tra le ragioni dell’allegrezza e gli abissi della disperazione, lungo il viaggio di ricerca compiuto dalla poetessa, viandante e indagatrice, per illuminare il mondo di un sorriso e mostrare che la poesia, fra le massime espressioni della bellezza, è ovunque. Un canto scintillante di allegria e di gioco di rime, con ironia sottile e nitida concretezza, in cui si odono gli echi di Palazzeschi, Dossi, Noventa, ma anche di rappresentanti della linea poetica lombarda, da Parini sino a Loi e Erba.
La vita, l’amore, i paesaggi vibranti d’emozioni, il potere fascinatorio dei videogiochi e della realtà aumentata, l’attenzione contro la violenza sulle donne e il coraggio di ricominciare, l’antimafia, il ripudio della guerra sono fra i numerosi temi affrontati, con differenti registri di scrittura, nelle tre sezioni Passioni, Stupori, Slanci. L’autrice bergamasca celebra anche la Città dei Mille: dall’omaggio al Maestro Gaetano Donizetti sino all’ammirazione per le secolari Mura Venete come per le scalette di Bergamo Alta e i suoi colli.
Dopo la riuscita e molto apprezzata prima opera in versi di Teresa Capezzuto (www.teresacapezzuto.it), che si chiamava Autentica, l’attualissimo Particolare conferma una vocazione a intendere per poesia il linguaggio universale delle cose e delle emozioni umane, fra oggetti e sentimenti, tratti sia dall’uso quotidiano, ma anche estratti dai cassetti della memoria e dagli scaffali della libreria.
Come stanno andando le vostre vacanze? Io tra un paio di giorni partirò di nuovo... per l'Olanda questa volta *-*
Intanto approfitto di questi pochi momenti a casa per segnalarvi un'opera un po' particolare, ovvero una raccolta di poesie. Personalmente non sono una grande appassionata del genere, visto che non leggo poesie per diletto e non sono mai andata oltre quello che ho studiato a scuola. Vi riporto comunque questa raccolta, magari tra voi c'è qualche grande appassionato alla ricerca di novità ;)
TITOLO: Particolare
AUTRICE: Teresa Capezzuto
GENERE: Raccolta di poesie
PAGINE: 100
EDITORE: Genesi Editrice
SINOSSI
Particolare è un libro di poesie in grado di far assaporare un salutare cocktail di emozioni e riflessioni. “Particolare e unica ci parla / la nostra vita”, grande fonte d’ispirazione per una poesia che si nutre di particolari e affida al valore delle parole messaggi positivi, generatori di gioia. È l’allegria che nasce dai filtri del dolore e della sofferenza insiti nell’esistenza umana, quando si sa rischiare riuscendo a dominarli. Il grande Giuseppe Ungaretti parlava di “allegria di naufragi”.
Sono versi che mostrano un dialogo tra le ragioni dell’allegrezza e gli abissi della disperazione, lungo il viaggio di ricerca compiuto dalla poetessa, viandante e indagatrice, per illuminare il mondo di un sorriso e mostrare che la poesia, fra le massime espressioni della bellezza, è ovunque. Un canto scintillante di allegria e di gioco di rime, con ironia sottile e nitida concretezza, in cui si odono gli echi di Palazzeschi, Dossi, Noventa, ma anche di rappresentanti della linea poetica lombarda, da Parini sino a Loi e Erba.
La vita, l’amore, i paesaggi vibranti d’emozioni, il potere fascinatorio dei videogiochi e della realtà aumentata, l’attenzione contro la violenza sulle donne e il coraggio di ricominciare, l’antimafia, il ripudio della guerra sono fra i numerosi temi affrontati, con differenti registri di scrittura, nelle tre sezioni Passioni, Stupori, Slanci. L’autrice bergamasca celebra anche la Città dei Mille: dall’omaggio al Maestro Gaetano Donizetti sino all’ammirazione per le secolari Mura Venete come per le scalette di Bergamo Alta e i suoi colli.
Dopo la riuscita e molto apprezzata prima opera in versi di Teresa Capezzuto (www.teresacapezzuto.it), che si chiamava Autentica, l’attualissimo Particolare conferma una vocazione a intendere per poesia il linguaggio universale delle cose e delle emozioni umane, fra oggetti e sentimenti, tratti sia dall’uso quotidiano, ma anche estratti dai cassetti della memoria e dagli scaffali della libreria.
lunedì 5 agosto 2019
#THE MIRACLE MONDAY QUOTE #63
Buongiorno a tutti!
Vi siamo mancati? Eeeh, immagino proprio di sì... siamo un'ottima compagnia, non è vero? XD
Ci avete seguiti su Facebook e Instagram intanto? Avete dato un'occhiata alle nostre vacanze e alle nostre letture?
Per chi si fosse perso gli ultimi aggiornamenti... faccio un breve recap anche qui sotto.
A fine luglio io, Marta e famiglia siamo stati a Vieste per otto giorni esatti, dove ci siamo goduti una rilassante routine di spiaggia, piscina e tanto buon cibo. Il tutto, ovviamente, accompagnato da qualche bel libro: io ho letto Donne fino a epoca contraria di Adelaide Pellitteri e I gialli del mistero - Nerio di Roh Christensen, mentre Marta si è buttata su Chiara Parenti e David Levithan.
Tornando a casa ci siamo fermati nella pittoresca città di Urbino.
Io ed Emme abbiamo poi trascorso qualche giorno in un paradisiaco paesino dell'Alto Adige, dove, Dio ci perdoni, non siamo riusciti a iniziare nessun nuovo libro.
Giovedì io partirò ancora (per l'Olanda stavolta), perciò il blog verrà affidato a Emme ;)
Vi siamo mancati? Eeeh, immagino proprio di sì... siamo un'ottima compagnia, non è vero? XD
Ci avete seguiti su Facebook e Instagram intanto? Avete dato un'occhiata alle nostre vacanze e alle nostre letture?
Per chi si fosse perso gli ultimi aggiornamenti... faccio un breve recap anche qui sotto.
A fine luglio io, Marta e famiglia siamo stati a Vieste per otto giorni esatti, dove ci siamo goduti una rilassante routine di spiaggia, piscina e tanto buon cibo. Il tutto, ovviamente, accompagnato da qualche bel libro: io ho letto Donne fino a epoca contraria di Adelaide Pellitteri e I gialli del mistero - Nerio di Roh Christensen, mentre Marta si è buttata su Chiara Parenti e David Levithan.
Tornando a casa ci siamo fermati nella pittoresca città di Urbino.
Io ed Emme abbiamo poi trascorso qualche giorno in un paradisiaco paesino dell'Alto Adige, dove, Dio ci perdoni, non siamo riusciti a iniziare nessun nuovo libro.
Giovedì io partirò ancora (per l'Olanda stavolta), perciò il blog verrà affidato a Emme ;)