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giovedì 24 agosto 2017

RECENSIONE: Wolf, La ragazza che sfidò il destino, di Ryan Graudin



E se Hitler avesse vinto... 


Ho iniziato a leggere Wolf: la ragazza che sfidò il destino per caso: l’ho trovato in un Autogrill.
Poi, dopo aver letto le prime pagine, non sono più riuscita a staccargli gli occhi di dosso.


TITOLO: Wolf, La ragazza che sfidò il destino
AUTRICE: Ryan Graudin
EDITORE: De Agostini

PAGINE: 392
DATA DI PUBBLICAZIONE: maggio 2017 (ita)

TRAMA:
È il 1956 e l'alleanza tra le armate naziste del Terzo Reich e l'impero giapponese governa gran parte del mondo. Ogni anno, per celebrare la Grande Vittoria, le forze al potere organizzano il Tour dell'Asse, una spericolata e avvincente corsa motociclistica che attraversa i continenti collegando le due capitali, Germania e Tokyo. Il premio in palio? Un incontro con il supersorvegliato Führer, al Ballo del Vincitore. Yael, una ragazza sopravvissuta al campo di concentramento, ha visto troppa sofferenza per rimanere ancora ferma a guardare, e i cinque lupi tatuati sulla sua pelle le ricordano ogni giorno le persone che ha amato e che le sono state strappate via. Ora la Resistenza le ha dato un'occasione unica: vincere la gara, avvicinare Hitler... e ucciderlo davanti a milioni di spettatori. Una missione apparentemente impossibile che solo Yael può portare a termine. Perché, grazie ai crudeli esperimenti a cui è stata sottoposta, è in grado di assumere le sembianze di chiunque voglia. Anche quelle di Adele Wolfe, la Vincitrice dell'anno precedente. Le cose però si complicano quando alla gara si uniscono Felix, il sospettoso gemello di Adele, e Luka, un avversario dal fascino irresistibile...




RECENSIONE:

Ho apprezzato molto la scelta di ambientare un libro “distopico” in un’epoca passata. L’autrice ha immaginato come sarebbe stato il mondo nel 1956 se l’Asse avesse vinto la Seconda Guerra Mondiale: Hitler avrebbe avuto mezzo mondo nelle sue mani.
Proprio come alla Graudin, anche a me piace riflettere sui fatti storici e chiedermi “E se questa vicenda fosse andata in modo diverso, come sarebbe oggi la nostra vita?”.
(Ovvio, nel libro è  presente anche un pizzico di fantasia, fondamentale per poter dar vita alla trama... )

I tre personaggi principali sono intriganti.
Yael non è la tipica protagonista di molti libri di avventura, soprattutto distopici, esclusivamente fredda, cinica, coraggiosa e quasi priva di sentimenti (per fare un esempio Katniss di Hunger Games, che non mi ha mai conquistata). Lei, nonostante sia stata allenata con l’obiettivo di commettere un assassinio, ha anche dei sentimenti, delle emozioni, prova tristezza e compassione, è fragile e resistente al tempo stesso, è capace sia di amare che di odiare con tutta se stessa. Non è un blocco di ghiaccio rigido e impassibile… È viva, calda e concreta: basta pensare al fatto che continua a guardare i lupi tatuati sul suo braccio per ricordare i cari persi, per sentirli vicini a sé. 

Cinque visite per coprire i numeri storti sul braccio sinistro. Cinque visite per cinque lupi. Ora saltavano, si accalcavano ululando, su fino al gomito. Neri e irrequieti, come se volessero balzarle fuori dalla pelle.
Babushka, mamma, Miriam, Aaron-Klaus, Vlad.
Cinque nomi, cinque storie, cinque anime.
Oppure, con un calcolo diverso: quattro ricordi e un promemoria.


Ho apprezzato molto anche i flashback incentrati sul passato di Yael, per farci comprendere le incredibili difficoltà che ha dovuto affrontare nel campo di concentramento, la paura che ha provato e il dolore che ha sofferto  sia fisicamente sia mentalmente.
Nel libro la Resistenza, di cui Yael fa parte, ha affidato alla giovane la sua missione più importante, una missione che solo lei può compiere grazie alla sua capacità di assumere le sembianze di altri individui: prendere il posto di Adele Wolfe nella gara motociclistica del Tour dell’Asse, vincere la gara, danzare con Hitler al Ballo del Vincitore e uccidere il Fuhrer. Da una parte Yael ha paura delle sue capacità e quasi le detesta, perché esse non sono un dono della natura, bensì le ripercussioni imprevedibili di un esperimento a cui è stata sottoposta a solo sei anni in un campo di concentramento. D’altronde è anche cosciente che le sue capacità rappresentano l’asso nella manica della Resistenza e proprio per questo si offre volontaria per l’operazione.

Con Yael, nel corso della gara, conosciamo anche Luka e Felix. I due ragazzi, benché in modo diverso, hanno entrambi un legame particolare con Adele.
Felix è il fratello di Adele e, oserei dire, il fratello che tutte le ragazze vorrebbero avere: dolce e protettivo. Felix ha solo diciassette anni ,eppure, dopo la morte del fratello maggiore, Martin, è a lui che spetta il compito di tenere unita la sua famiglia:  senza di lui i Wolfe cadrebbero a pezzi. In alcuni momenti del libro Felix mi ha suscitato tenerezza e compassione: lui fa di tutto per proteggere Adele, cerca di starle accanto e di aiutarla, ma si vede continuamente respinto da  quella che crede essere sua sorella... 

No, Felix Wolfe era più simile a un riccio, uno di quelli che ti restano attaccati ai calzini quando cammini nell'erba alta. Uncinato, testardo, ti si appiccicava addosso e pungeva se cercavi di staccarlo.

Un altro modo con cui emerge l’umanità di Yael è il dispiacere e il “rimorso” che prova quando deve fare di tutto per togliersi di dosso Felix, quando arriva addirittura a colpirlo con il calcio della pistola per evitare che provi nuovamente a fermarla durante la gara motociclistica.


Il personaggio di Luka mi ha attratta subito: affascinante, bello, misterioso, malizioso e ironico. Lui rappresenta l’ostacolo più difficile da superare per Yael: Luka ha un particolare rapporto e un passato di amore/odio con Adele Wolfe. Yael non sa cosa sia successo tra i due durante il Tour dell’Asse dell’anno precedente, quindi, da una parte vorrebbe solo evitare Luka, mentre, dall’altra, si sente attratta dal ragazzo.

Stando a uno dei tanti articoli che gli aveva dedicato il "Das Reich", il volto del Vincitore era così irresistibile da rubare a prima vista i cuori di diecimila vergini tedesche.

Luka è difficile da comprendere, è sfuggente, duro e dolce al tempo stesso. Fino alle ultime pagine non si capisce ciò che prova per Adele. Sembra quasi che lui abbia prima amato e poi disprezzato Adele e che si sia innamorato nuovamente della non-Adele (ovvero Yael). Spero che nel prossimo libro l’autrice ci dia la possibilità di entrare nell’animo e nella mente di Luka, per capire meglio questo personaggio così complesso e intrigante.



Concludo facendo i miei complimenti a Ryan Graudin per l’originalità delle sue idee, per aver creato tre personaggi diversi e completi e per l’ottimo stile di scrittura incalzante, che è stato capace di catturare al massimo la mia attenzione. 
Non vedo l’ora di leggere il prossimo e ultimo capitolo della saga. 


VOTO:



Marta

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