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domenica 27 agosto 2017

RECENSIONE: Paper Princess e Paper Prince di Erin Watt

Siamo fumo... Inconsistenti e insignificanti.


The Royals mi ha sorpresa.
Nel corso degli ultimi mesi ho letto e visto recensioni di ogni tipo su questa serie di romanzi: alcuni la odiavano, molti la amavano. E io, dopo essermi letta in un paio di giorni sia Paper Princess che Paper Prince, posso ora capire entrambe le posizioni. Mi situo nel mezzo, diciamo.



TITOLO: Paper Princess
AUTRICE: Erin Watt (Elle Kennedy e Jen Frederick)
EDITORE: Sperling e Kupfer
PAGINE: 297


TRAMA:

Un patto che nasconde più di un segreto. Un sogno fragile come carta. Una passione che non darà tregua. A diciassette anni, Ella Harper ha già imparato a sbrigarsela da sola. Sempre in fuga, dalle difficoltà economiche e dagli uomini sbagliati di sua madre, si è districata tra mille lavori per riuscire a far quadrare i conti, studiare e costruirsi un futuro migliore. Finché, un giorno, nella sua vita compare un certo Callum Royal. Distinto ma deciso, nel suo costoso abito di sartoria, dice di essere il migliore amico del padre, che lei non ha mai conosciuto, nonché il suo tutore legale. In quanto tale, sarà lui d'ora in poi a sostenere le spese per il suo mantenimento e la sua istruzione, a patto che Ella accetti di vivere con lui e i suoi cinque figli. Ella sa che il sogno che Callum Royal sta cercando di venderle è sottile come carta. Ed è diffidente e furiosa. Ma ancora di più lo sono i fratelli Royal. Easton, Gideon, Sawyer, Sebastian e... Reed. Magnetici e pericolosi, non mancano di farla sentire un'intrusa: lei non appartiene, e non apparterrà mai, alla loro famiglia. E a nulla valgono i tentativi pacificatori di Callum. Ella però non è certo il tipo che si lascia intimorire, e le scintille a casa Royal non tardano ad arrivare. Soprattutto dopo un bacio rubato, che innescherà un'inarrestabile spirale di rabbia, gelosia e desiderio. Per non scottarsi, Ella dovrà imparare presto le regole del gioco... 




TITOLO: Paper Prince
AUTRICE: Erin Watt
EDITORE: Sperling e Kupfer
PAGINE: 282


TRAMA: 

Ella non sa dire se la sua vita fosse migliore o peggiore prima che Callum Royal la trovasse. Ma una cosa è certa: da quando è piombata in casa Royal come un tornado, per lei è cambiato tutto. Scuola privata, feste e vestiti costosi. Con la sua grinta e la sua schiettezza, è riuscita persino a vincere l'ostilità dei fratelli Royal, a conquistare il loro rispetto e il loro cuore - in particolare quello di Reed. Il più imperscrutabile dei cinque. Bello, ricco e popolare, Reed ha tutto. Le ragazze fanno la fila per uscire con lui e i ragazzi lo rispettano. Eppure, nulla e nessuno sembra importargli. Perché i Royal sono così: non sono facili ai sentimenti, piuttosto li seppelliscono, fingendo che niente li sfiori. Con Ella, però, per la prima volta dopo la morte della madre, Reed ha permesso a se stesso di lasciarsi andare alle emozioni. Ma il suo mondo crolla quando, dopo una discussione, Ella scompare. Con il cuore a pezzi, e senza lasciare traccia. D'altronde è abituata a scappare e rifarsi una vita ripartendo ogni volta da zero. Tutti incolpano Reed per quella fuga, i suoi fratelli lo odiano e, se possibile, lui odia se stesso ancora di più. Ed è disposto a fare qualsiasi cosa pur di ritrovarla. Ma, se anche ci riuscisse, sarebbe in grado di riconquistare il suo cuore?




RECENSIONE: 

Partiamo dagli aspetti positivi, che hanno contribuito a rendere questa serie celebre in tutto il mondo.
Le autrici ci sanno fare, senza alcun dubbio: non impiegano uno stile forbito, un lessico preciso e non si dilungano in descrizioni dettagliate o riflessioni profonde... Sanno scrivere semplice, facile, diretto. Sanno scrivere come risulta comprensibile (e apprezzabile) per la maggior parte delle persone, sono immediate. Il romanzo si fa leggere in fretta, è scorrevole e non richiede particolare attenzione. La trama è ricca di colpi di scena, di azioni movimentate, di scontri, di litigate, di sfoghi, di confessioni... Ha tutti gli elementi di una perfetta telenovela: questo sicuramente incuriosisce continuamente il lettore, aiuta a non perderlo per strada, a convincerlo a continuare per scoprire cosa accadrà.
Insomma, le autrice sanno come catturare il pubblico.

La domanda che ora mi pongo/vi pongo è questa: sono così brave a stregare i lettori... Da far dimenticare loro di pensare?

E mi inserisco io per prima in questo gruppo di lettori: il libro, di primo acchito, e nonostante i pregiudizi iniziali, non mi è dispiaciuto. Se avessi scritto questa recensione appena terminata la lettura, probabilmente sarebbe stata molto più positiva. Solo che, poi, parlando con un mio amico, e raccontandogli la storia, mi sono sorti alcuni dubbi e perplessità: ho iniziato a pensare... E la bellezza dei Royals è sbiadita in un colpo.
Questa serie è stracolma di assurdità! Di scene sciocche, di personaggi malati e un po' psicopatici, racconta un mondo impossibile e sbagliato.



Soffermiamoci un momento su Reed: rispetto al primo volume, nel quale era un pazzo offensivo, nel secondo migliora... In Paper Prince è solo un orsacchiotto sessualmente appetibile e con seri traumi "infantili". Incarna il tipico "cattivone ferito" che costella gli YA che vanno di moda ora, e io, in primis, so che il personaggio del ragazzo apparentemente "danneggiato e pericoloso, ma in realtà dolcissimo" può essere molto affascinante... Non nego di aver scritto anche io un romanzo nel quale il protagonista maschile è un po' "difficile"... Ma ci sono dei paletti che andrebbero fissati. 

Tra il mistero e il pericolo c'è una netta differenza, tra l'attenzione e lo stalking/possessività c'è una netta differenza, tra amore e ossessione c'è una netta differenza, tra il "faccio lo stronzo perché voglio proteggerti" e il "sono proprio uno stronzo bastardo senza cuore" c'è una differenza ENORME.
Vi invito solo a paragonare personaggi come Jace (della Clare), Patch (della Fitzpatrick) o Lucas (di Tammara Webber, giusto per allontanarci dagli Urban Fantasy e rientrare nello YA fatto e finito) a Reed Royal. Notate qualche differenza?

In Paper Princess ho detestato Reed: l'ho trovato irritante, volgare, disgustoso, offensivo, violento, uno zotico bifolco con il cervello nel *****.
Gli concedo un miglioramento nel secondo volume: Reed in Paper Prince perde la sua aria da bruto e diventa mieloso (quasi oltre ogni limite consentito). Alcune sue azioni/ frasi sfiorano il ridicolo. Non abbandona, purtroppo, il suo linguaggio da bestia.


Ritraggo la mia mano esploratrice e la metto dietro la testa. Se vuole parlare, allora parliamo. Voglio dire, il cazzo mi si strozzerà a morte nei jeans, ma ne sarà valsa la pena se ciò significherà che non mi lascerà.

Per quanto riguarda il resto della famiglia, non ho trovato nessuno di loro particolarmente interessante a livello caratteriale. Sono scontati, un cliché unico, stereotipi portarti agli estremi.

E la protagonista dove la mettiamo? Ella Harper? Immedesimarmi in lei mi è stato impossibile, tentare di comprendere le sue azioni, le sue ragioni, il suo comportamento è stato fallimentare. Questa ragazza è contraddittoria, irrealistica, insensata. 



Passiamo ora al mondo dipinto dalle due autrici che si nascondono dietro allo pseudonimo di Erin Watt.

La violenza è la soluzione a ogni problema: la legge non esiste, l'autorità non esiste, la giustizia ce la si fa da soli. La domanda ora è: questo cosa insegna? Che chi fa lo stronzo più stronzo di tutti vince? Chi è più brutale mantiene il controllo? Certo, il mondo non è tutto rosa e fiori, certo il mondo non lo controllano i poveri rammolliti... Ma cosa viene mostrato alle giovani lettrici di questa saga?
Picchiate più forte e sarete rispettate? Vale la legge della giungla?

Con gli artigli sfoderati, Jordan si lancia in avanti e graffia il viso di Ella. East fa per andare in suo aiuto, ma lo fermo. "Ha tutto sotto controllo", mormoro.
Vorrei aiutarla anch'io, ma so che questa battaglia è di Ella. Se metterà fuori gioco Jordan... Anzi, quando la metterà fuori gioco, nessuno in questa scuola oserà più tormentare Ella, nessuno la insulterà più. Avranno tutti paura di lei.

Ha del sangue sulla faccia, un po' dev'essere di Jordan, ma un po' è suo. Non è mai stata più figa.


(Questi gli arguti e sanissimi pensieri di Reed... )


Un punto di Paper Princess mi ha lasciata con l'amarissimo in bocca: il tentato stupro di Ella, che viene preso sotto gamba e snobbato come un piccolo incidente senza alcuna importanza. E in Paper Prince lo stupratore è ancora a piede libero... E nessuno pensa di punirlo in modo normale: denunciando il fatto alla polizia. Nooo! Tanto ci pensa Callum Royal, con i suoi soldoni a mettere tutti in riga... Non posso raccontare di più, per evitare gli spoilers, ma davvero il trattamento che viene riservato a questo reato mi ha disgustata.

Detto ciò, non voglio criticare chi ha apprezzato questo romanzo (ripeto, a me nell'insieme non è dispiaciuto), ma mi auguro di cuore che le lettrici di Erin Watt sappiano distinguere bene la differenza tra finzione e fantasia: tra ciò che questo romanzo propone e cosa la realtà riserva.
Fa male aspettarsi un Edward Cullen nella vita reale: delude, lascia insoddisfatte, è praticamente impossibile trovare un uomo così perfetto, un lieto fine così senza macchia... Insomma, evitiamo di finire come Mme Bovary (deluse, intendo, non suicide).
Tuttavia, fa molto più male (non solo emotivamente, ma anche fisicamente) cercare di vivere il mondo dei Royals.
Patch Cipriano si preoccupa per Nora, non Reed per Ella, Jace ha un passato tormentato, è attraente, poetico, affascinante, romantico, profondo, non Reed Royal, Lucas ha avuto un'infanzia difficile e con l'amore i suoi traumi possono essere curati... Non Reed Royal. 
Non i Royals.
Ella è fatalmente attratta da una famiglia malsana.
E un ragazzina che provasse a vivere la vita di Ella Harper si ritroverebbe distrutta dopo pochi giorni.

Consiglio, quindi, semplicemente, di tenere accesso il cervello durante la lettura e di non farsi ingannare da ciò che ci farebbe solo male.



VOTO:


Alex


p.s. Il finale di Paper Prince raggiunge il picco di assurdità.

p.p.s. Almeno la copertina italiana è molto bella: semplice, ma molto accattivante.

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