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sabato 18 maggio 2019

ANTI-ABORTION LAW IN ALABAMA

Avete presente quei fantastici, bellissimi film americani in cui gli USA sono rappresentati come i salvatori del mondo? I portatori di pace e libertà? I paladini universali della giustizia?
Ecco, forse è bene ricordarci che questi sono solo film e che, nel corso degli anni, gli States hanno costruito un brand fenomenale: tutto questo fa parte di un'immagine astratta purtroppo smentita dalla realtà.
Non penso di dovervi citare Abu Ghraib o il caso Snowden per riportarci tutti sulla Terra... basta, molto più semplicemente, riflettere sulla consistente presenza di razzismo negli USA per far dissolvere in pochi istanti questa bella facciata (QUI qualche info).
Negli ultimi giorni un altro elemento si è aggiunto al lato oscuro di questo Paese.


Da dove nasce questo mio momento di profonda rabbia?
Torniamo un attimo indietro e chiariamo la situazione.
Il 1973 è l'anno della sentenza "Roe v. Wade”,  che legalizzò l’aborto in tutti gli Stati Uniti. QUI potete trovare ulteriori informazioni sul percorso legale della norma.
Negli ultimi mesi diversi stati centro-meridionali degli USA si sono mossi in direzione di una sempre più severa restrizione delle condizioni in cui l'aborto è concesso: Kentucky e Mississippi hanno vietato la pratica da quando è percepibile il battito del cuore del feto (6 settimane circa); misure simili sono in itinere in Georgia, Ohio, Missouri e Tennessee.
Perché questa riduzione dei tempi è assurda? Semplicemente perché in 6 settimane difficilmente una donna si rende conto di essere incinta: paticare l'aborto diventerebbe per molte una corsa contro il tempo.

Questa settimana, martedì 14 maggio 2019, il Senato dell'Alabama ha approvato, con 25 voti favorevoli e 6 contrari, un progetto di legge che uccide completamente il diritto di scelta di una donna: no all'aborto. In ogni caso. O meglio, con una sola eccezione, ovvero quando la vita della madre è a rischio (e ci mancherebbe altro!). Ci tengo a farvi notare che l'aborto non è consentito nemmeno in caso di stupro.
Qual è la pena prevista per i dottori che trasgrediranno la legge? Potrebbero scontare fino a 99 anni di carcere. Insomma, una pena potenzialmente ben superiore a quella inflitta allo stesso stupratore. Tutto questo è RIDICOLO.

Vorrei cercare di sviluppare un po' il tema con voi.

Punto primo: la fede religiosa in queste decisioni non deve entrare minimamente. Ho letto e ascoltato alcuni discorsi di politici americani (Repubblicani) di forte ispirazione cristiana... e vorrei dir loro che no, nessuna di queste motivazioni deve essere presa in considerazione. Se la vostra Chiesa e la vostra fede vi richiedono un certo comportamento, voi siete liberissimi di seguirlo, però dovreste anche ricordarvi che non tutti gli abitanti dello Stato condividono la vostra religione.
Se io fossi un cittadino americano ateo, sentirmi dire che "ogni vita donata da Dio è un grande regalo, Dio disapprova questi omicidi" non avrebbe senso, per me sarebbe sempliemente privo di qualunque significato.
Vi riporto un caso concreto, una frase detta dal repubblicano Richard Mourdock nel (poi non così lontano) 2012: "Even when life begins in that horrible situation of rape, that is something that God intended to happen." - il che non è molto distante da alcune posizione odierne...
È agghiacciante che una persona possa anche solo sognarsi di dire una cosa del genere, perché a questo punto dovremmo attribuire pure ogni morte alla volontà di Dio eh... quindi anche chi commette un omicidio è strumento di Dio. Insomma, cosa esistono a fare i tribunali? Se ti stuprano è stato Dio a dirlo, perché voleva che in qualche modo tuo figlio venisse al mondo; se ti ammazzano comunque è stata volontà di Dio, perché o ti riteneva così scemo da non avere diritto di vivere o magari ti voleva in Paradiso con lui... bah. Secondo me questi individui hanno una concezione di Dio alquanto bizzarra.

 

Punto secondo: fissare un limite temporale per l'aborto è, lo sappiamo tutti, un discorso lungo e difficile da affrontare. Per alcuni un bambino è bambino nel momento stesso in cui lo spermatozoo incontra l'ovulo, per altri non lo è finché non nasce.
Personalmente trovo entrambe le posizioni piuttosto estreme.
I primi mi aspetto che, come minimo, siano tutti vegani... perché, oggettivamente eh, una mucca ha più coscienza ed è più "viva" di una morula.
Trovo anche la seconda posizione un po' esagerata, perché, per esempio, un bambino che nasce prematuro non è meno bambino di uno che nasce allo scadere esatto del nono mese.
Sempre da un punto di vista personale, giudico i tre mesi concessi in Italia un buon compromesso: una donna ha tempo sufficiente per prendere una decisione consapevole... e i tre mesi rappresentano, biologicamente, il passaggio da embrione a feto.

Punto terzo: sarebbe cosa buona e giusta lasciare a ogni donna il diritto di scegliere per sé.
Bisognerebbe lavorare su informazione ed educazione, in modo da rendere tutti gli individui consapevoli delle proprie azioni. Sviluppare un efficiente sistema di educazione sessuale sarebbe un buon modo per ridurre le gravidanze indesiderate tra gli adolescenti; insegnare agli uomini, fin da piccoli, il rispetto per le donne (cambiando un po' la bella cultura maschilista che ancora impregna questo mondo) sarebbe forse un modo per ridurre gli stupri.
Sei donna? Sei contraria all'aborto? Quando ti capiterà l'occasione potrai tenerti il bambino. Io sono favorevole. Posso decidere da sola cosa fare, grazie?
Sei uomo? Il tuo parere conta poco ;)

Qua poi entra in gioco un altro discorso, altrettanto complesso: vale più la vita di un bambino che ancora non è bambino o quella della madre? In che modo deve essere considerata la situazione nella quale poi il bambino vivrà? Un bambino sarà felice, sicuro e sano a prescindere dalle condizioni della madre?

Se su termini temporali e interruzioni di gravidanza dovute a "disattenzione" sono più che aperta al dialogo, sulla questione stupro ho una posizione ferma, rigida, ferrea: l'aborto per stupro deve essere consentito. Punto. Perché in caso contrario palesemente si considerano la vita e la dignità della donna pari a nulla. La donna non vale niente, deve solo tirare fuori il bambino. Tutti le immagini de Il racconto dell'ancella che stanno invadendo i social in questi giorni sono più che appropriate.

Immaginiamo un caso pratico: una bambina di 11 anni viene stuprata (trauma primo). Rimane incinta (trauma secondo). Viene obbligata a portare avanti nove mesi di gravidanza e a partorire (trauma terzo). Quale messaggio le viene comunicato? Non ce ne frega niente delle tue sofferenze, lo stupro quasi te lo sei cercata e questa è la tua punizione. Soffri, bestia. Quei gruppi che si dichiarano "pro-life" a ogni costo... dovrebbero chiedersi se anche la ragazzina in questione non è forse "vita". Una situazione del genere è un omicidio nei suoi confronti. La state uccidendo voi, psicologicamente e anche fisicamente. Siete assassini, tanto quanto i dottori abortisti che detestate... se non di più, visto che questa ragazzina è più di un ammasso di cellule frutto di una violenza inaudita. Lei è già viva.

Poi mi piacerebbe verificare come si comporterebbero nella pratica tutti questi antiabortisti... come reagirebbero i senatori che hanno votato questa legge se la donna stuprata fosse una delle loro figlie o la moglie o una sorella... Bah, probabilmente non gliene fregherebbe comunque un c***o. Concludo con finezza questo post.


Ora mi piacerebbe sapere cosa ne pensate voi ;)

Alex


P.S. Vietare l'aborto non elimina la pratica, la rende solo illegale e molto più pericolosa.
Vi lascio anche un post (QUI in inglese, QUI in italiano) in cui viene spiegato come costringere una donna a partorire le dà meno diritti di quelli concessi a un cadavere. Buona lettura ;)

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