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giovedì 4 aprile 2019

PENSIERI RANDOM: gli acchiappasogni

Forse vi starete domandando cosa c'entrano gli acchiappasogni con i libri, i film, le serie TV, gli autori e tutto quello di cui parliamo di solito qui sul blog. Volete scoprire la risposta? Cosa c'entrano gli acchiappasogni con i nostri temi abituali? Assolutamente niente. O meglio, forse c'entrano... in qualche modo.

Sopra il mio letto, da tre anni e mezzo ormai, si trova appeso un bellissimo acchiappasogni: Emme decise di regalarmelo quando, alla Fiera dell'Artigiano, ci imbattemmo in una coloratissima bancarella che li vendeva. Io scelsi quello nero. Un colore un po' cupo? Un pochino, non troppo visto che solo la struttura portante è nera, mentre le piume solo colorate (e anche parecchio sgargianti direi).
Da allora se ne sta lì, sulla trave, vicino a un angioletto e una Ave Maria (preghiera scritta sul legno con pennarello indelebile bianco... shhh, meglio non fare domande: ho fatto tante cose strane nella mia vita). Per me questo oggetto ha un valore affettivo molto forte, il che probabilmente contribuisce a farmelo apprezzare così tanto: vederlo prima di andare a dormire mi dà un senso di protezione e di tenerezza, come se sapessi che c'è lì qualcuno pronto a scacciare i brutti sogni per garantirmi un riposo sereno. Un qualcuno che ci tiene così tanto da essere disposto a fare a botte con gli incubi per me. Vi sembrerà assurdo, ma ho come l'impresso che la sua presenza mi aiuti a pensare... capita spesso, infatti, che io abbia dei piccoli lampi di genio prima di addormentarmi, delle belle idee che solo in queste situazioni riesco a tirare fuori, sviluppare, completare. Eureka nel letto, insomma ;)
Conclusione? Gli acchiappasogni mi piacciono e, vista la mia passione per questi oggetti, oggi vorrei raccontarvi qualcosa di più sul loro conto.
(Quindi in pratica non c'entrano niente, ma il blog è mio e parlo di ciò che voglio, odiatemi pure.)




Acchiappasogni: cosa sono?

L'acchiappasogni, o dreamcatcher, è quella sorta di “scacciapensieri” utilizzato dalle tribù di nativi americani come strumento di medicina sciamanica, simbolo di protezione e portafortuna. Formato da un cerchio (che rappresenta la ruota della Vita-Universo) e da una rete, questo amuleto, secondo la tradizione, ci aiuterebbe a trattenere i sogni e i pensieri positivi e a intrappolare le energie meno favorevoli.
Etimologicamente deriva dalla lingua ojibwa e viene denominato “asabikeshiin”, che significa “ragno”, o anche da “bawajige nagwaagan”, "trappola per sogni”. Solitamente viene realizzato a mano, con un cerchio di salice, decorato secondo il gusto personale ed impreziosito da oggetti particolari; i più classici presentano piume di uccelli.

Dalla cultura pan-indigena l’acchiappasogni si è poi diffuso come elemento decorativo e presso i movimenti New Age ha conservato una certa sacralità e una sorta di carismatico mistero. Alla sua origine sono vengono associate diverse leggende.




Cultura Cheyenne


Nella cultura Cheyenne la leggenda narra che, prima dell’arrivo dell’uomo bianco, in un  villaggio indiano viveva una bambina di nome Nuvola Fresca, la quale un giorno raccontò a sua madre, Ultimo Sospiro della Sera, che di notte incubi e cattivi visioni la tormentavano. La donna, per placare le ansie e le paure che si addensavano sui sogni della bimba, inventò l’espediente dell’acchiappasogni: utilizzò una rete tonda per pescare e canalizzare le energie del mondo onirico. Al centro di questa rete posizionò un piccolo sasso e intorno a esso mise una goccia d’argento, un pezzo di turchese (desiderio), un dente di animale (protezione), code e piume legati alle estremità. Poi lo appese al letto della piccola. Se l’acchiappasogni avesse trattenuto pensieri luminosi, questi sarebbero stati affidati al filo di perline (forze della natura) per farli avverare; i sogni cattivi, invece, erano affidati alle piume che li avrebbero portati via in volo per disperderli nel cielo.
Ancora oggi, quando nelle comunità indiane nasce un bambino, c’è l’usanza di mettere sulla culla l’acchiappasogni, che viene conservato per tutta la vita come oggetto sacro, portatore di forza e saggezza.


Cultura Sioux-Lakota


Nella tradizione Sioux-Lakota si narra, invece, la vicenda di un anziano sciamano che, sulla cima di un monte, vide Iktome (maestro di saggezza) sotto sembianze di ragno, il quale gli avrebbe parlato in una lingua atavica. Il guaritore portava con sé un cerchio di salice con legate delle piume insieme a crine di cavallo; intorno a questo Iktome cominciò a tessere una tela. Finito il suo lavoro, il Ragno riconsegnò la rete al vecchio dicendo: “La ragnatela è un cerchio perfetto con un buco al centro, utilizzala per aiutare la tua gente a raggiungere i suoi obiettivi. Se credete nel grande Spirito, la rete tratterrà le buone visioni e quelle cattive scivoleranno via attraverso il buco.
Da allora, i Pellerossa osservarono l’usanza di appendere fuori dalle loro tende un’acchiappasogni come simbolo di buona fortuna.


Insomma, oggi sono andata un po' fuori tema, spero che abbiate trovato la divagazione quantomeno interessante. Mi piacerebbe sapere se anche voi avete un oggetto speciale che vi aiuta a concentrarvi e rilassarvi. Raccontatemelo nei commenti.

Conoscevate l'origine degli acchiappasogni? Ne avete mai comprato uno? 

Alex
 

FONTI: Wikipedia e laCOOLtura.com

4 commenti:

  1. Cara Alex, non sapevo che ci nono gli acchiappa sogni!!! Bello di poterne avere uno, ma dovrebbe veramente funzionare!!!
    Ciao e buon pomeriggi con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  2. Ogni tanto parlare di qualcosa che non siano libri va bene, soprattutto se lo si fa in PROPRI spazi; devo dire che questo post é interessante!

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  3. Ciao Alex, io trovo sempre interessanti i post fuori tema soprattutto se mi fanno scoprire cose nuove :) Conoscevo l'origine degli acchiappasogni solo in modo superficiale quindi ora sono contenta di saperne qualcosa in più. Personalmente non ne ho mai avuto uno :)

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  4. Che bel post interessante, mi sono sempre piaciuti anche a me, purtroppo non ne ho mai preso uno, ma adesso lo prenderò!

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