Pagine

giovedì 4 gennaio 2018

RECENSIONE: Wonder di R.J. Palacio

 

Un innamoramento imperfetto



TITOLO: Wonder
AUTORE: R.J. Palacio
EDITORE: Giunti
PAGINE: 288

TRAMA:
È la storia di Auggie, nato con una tremenda deformazione facciale, che, dopo anni passati protetto dalla sua famiglia per la prima volta affronta il mondo della scuola. Come sarà accettato dai compagni? Dagli insegnanti? Chi si siederà di fianco a lui nella mensa? Chi lo guarderà dritto negli occhi? E chi lo scruterà di nascosto facendo battute? Chi farà di tutto per non essere seduto vicino a lui? Chi sarà suo amico? Un protagonista sfortunato ma tenace, una famiglia meravigliosa, degli amici veri aiuteranno August durante l'anno scolastico che finirà in modo trionfante per lui. Il racconto di un bambino che trova il suo ruolo nel mondo. Il libro è diviso in otto parti, ciascuna raccontata da un personaggio e introdotta da una canzone (o da una citazione) che gli fa da sfondo e da colonna sonora, creando una polifonia di suoni, sentimenti ed emozioni.




RECENSIONE: 

Partiamo dal fatto che ho prima visto il film e poi letto il libro (che mi è stato gentilmente regalato da Emme per Natale). Non posso non ammettere che ho preferito il film: l'ho trovato più coinvolgente, più emozionante e, in alcuni ambiti, più completo. Tra poco capirete perché.


La storia di Auggie viene raccontata in un modo che ho trovato avvincente, ovvero attraverso POV differenti: Auggie stesso, sua sorella Via, il suo amico Jack, il fidanzato di Via etc. Grazie a questo espediente possiamo conoscere diverse sfaccettature della vicenda e possiamo andare oltre alla visione diretta del protagonista. Ho apprezzato molto questa scelta, perché contribuisce ad eliminare l'atteggiamento "vittimistico" che ogni tanto August, inconsciamente e anche (spesso) a buona ragione, assume. Mi è dispiaciuta, però, la mancanza di maggiore approfondimento psicologico dei personaggi: avrei voluto scoprire qualcosa di più di tutti...
Avrei anche preferito che fossero inseriti alcuni POV in più, in particolare quelli dei genitori, Nate e Isabel Pullman: sarebbe stato interessante sapere di più sulle loro sensazioni, emozioni e reazioni, sui loro pensieri privati e non esprimibili.
Nell'insieme credo che l'universo in cui viene narrata la storia, con tutte le sue comparse, sia stato meglio reso (e in modo più completo) nel film: per esempio, secondo me, la mamma è più complessa e ricca nella sua rappresentazioni cinematografica, mentre è meno d'impatto tra le pagine del libro.


Il personaggio che ho amato di più non è, come forse per molti, Auggie, bensì Olivia, per la famiglia Via, ovvero sua sorella. L'ho sentita più vicina, in alcuni sensi più delicata, più contraddittoria e fragile, più "sensibile". Mi è piaciuta molto la sua relazione con Justin e leggere di lei dal punto di vista di lui *-*

Ecco, l'aspetto che ha penalizzato un po' l'intera storia è la mancanza di differenze evidenti tra le diverse voci: essendoci POV variegati, dovrebbero, in teoria, esserci voci differenziate, con caratteristiche  che le rendano ben riconoscibili. Questo, però, è stato ben realizzato solo con il capitolo di Justin, nel quale non vengono usate le maiuscole. Per il resto lo stile mi è sembrato molto simile.

L'idea dei precetti insegnati ai ragazzi a scuola è uno dei punti forti del romanzo: li ho adorati tutti, soprattutto quelli inventati dagli studenti stessi... La massima di Auggie è, senza alcun dubbio, fenomenale, e la condivido in pieno. Così come considero perfetta la "morale" della storia: non si giudica un libro persona dalla copertina faccia. Siamo tutti, insomma, invitati a fare uno sforzo per conoscere meglio gli altri e apprezzarne le qualità.


PRECETTO DI AUGUST PULLMAN:
Ognuno dovrebbe ricevere una standing ovation almeno una volta nella vita, perché tutti "vinciamo il mondo". 


Probabilmente se non avessi visto prima il film, mi sarei innamorata alla follia di questa storia, che ha davvero un potenziale (emotivo) enorme... ma, purtroppo, è stato solo un leggero innamoramento... e il mio cuore l'ha vinto il film.

Se siete ancora digiuni della trasposizione cinematografica, vi consiglio di recuperare prima il romanzo. Altrimenti, leggetelo comunque ;)



VOTO: 




Voi cosa ne pensate? Avete letto il libro/ visto il film? Quale avete preferito?


Alex


 
P.S. Una domanda: ma secondo voi ci sta che nel film abbiano tradotto " when given the choice beetwen being right or being kind, choose kind" con "...essere giusti o essere gentili..."? A me non sembra che abbia proprio lo stesso significato... essere giusti non vuole dire avere ragione... o per lo meno, così mi sembra :)



 

2 commenti: