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sabato 21 gennaio 2017

PENSIERI DISORDINATI #3: scena di un ritratto o ritratto di una scena?


Scena di un ritratto o ritratto di una scena? "Mi rendo conto dell'inusualità di questa scena. So che di solito funziona al contrario, so che il soggetto dovrei essere io, e non tu, so che tutto questo potrebbe essere giudicato strano. Ma tranquillo, non è una prova di femminismo esaltato, né nulla di simile.
Solo, avevo voglia di ricordarmi per sempre questa scena. E ora non dirmi che si ricorda meglio con la mente che con i disegni, perché altrimenti ti picchio: se lo dici, ti tiro uno di quei ceffottini infastiditi che tanto ti fanno ridere.
Questa è proprio una scena, non riesco a pensarla diversamente: una scena da film, di quelli dolcissimi e profondissimi, una scena da quadro romantico.
Sei mozzafiato, appoggiato a quel muretto, guardando il tramonto.
Sembri un eroe, un filosofo, un artista, un angelo (caduto). Sembri il personaggio di tutti i romanzi che ho letto, di tutti i film che ho visto, di tutte le storie che ho immaginato.
Sei lì, quasi immobile, gli occhi fissi sull'orizzonte, le mani sul davanzale. Pensi? Di sicuro pensi, tu pensi sempre, pensi troppo. Insomma, pensi sempre troppo. A che pensi? A me? Queste mie domande ti fanno sempre sorridere... "Tu e il tuo tenerissimo maledetto egocentrismo", mi diresti. Scusa, ma ci spero sempre... Sai, di essere nella tua mente, in qualunque momento. Un po' come tu sei sempre nella mia, sia quando corro all'imbrunire e sto attenta a non inciampare nei sassi, che quando sto studiando spagnolo e scribacchio il tuo nome su tutti gli angoli di tutte le pagine, sia quando parlo con gli altri, che quando sono da sola sotto la doccia e l'acqua calda mi accarezza. Se non pensi a me... A che pensi? Alla tua famiglia, ai tuoi amici, a che vuoi fare domani? O magari, perché no, a che vuoi fare Domani. Domani con la D maiuscola, quel Domani misterioso e indefinibile al quale tutti ci obbligano a pensare, a quel Domani così futuro da essere sfocatissimo, a quel Domani che in nessun modo può essere messo a fuoco o zoommato, o visto, capito o accertato. Io ci penso, spesso, ma i risultati si limitano a immagini confuse e prive di qualunque certezza. Fa un po' paura, non credi? Una paura bella, però. Una paura emozionante. Non angosciosa, un po' ansiosa sì, ma bella. Capisci? La senti anche tu?
Comunque, grazie per startene lì fermo: sarebbe molto più complicato farti questo ritratto se tu continuassi a muoverti.
Ecco, come non detto: ti sei appena accarezzato il pizzetto. Quel maledetto pizzetto... Se non rimetti la mano dov'era prima, giuro che vengo lì e te lo raso via tutto."


Alex

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