sabato 22 settembre 2018

ALEX INTERVISTA... Roberta De Tomi

Buongiorno a tutti!
Il mese scorso ho pubblicato la segnalazione di un libro molto promettente: sto parlando di Alice nel labirinto di Roberta De Tomi. L'autrice è la nostra ospite di oggi. Siete pronti a scoprire tante curiosità su di lei e sul suo romanzo?



ROBERTA DE TOMI


1. Ciao Roberta! Benvenuta tra noi. Ti va di presentarti ai nostri lettori? Raccontaci qualche curiosità su di te. Ciao, grazie per il tempo e lo spazio che mi dedichi e un carissimo saluto ai lettori e alle lettrici del blog! Dunque, le curiosità possono essere tante, credo che potrei scrivere più di un romanzo sulle mie disavventure! Scherzi a parte, posso dirvi che sono nata in un piccolo paese dell’Emilia Romagna, tra nebbie, zanzare e paesaggi dotati di una loro peculiarità. Il fatto di abitare in campagna ha alimentato la mia tendenza a sognare a occhi aperti, tanto che quando ero bambina immaginavo storie di fate e folletti ambientate nel giardino di casa mia. Tutto questo accadeva con la complicità delle storie che leggevo. Inoltre fin da piccola mi sono appassionata agli anime, non senza dimenticare di spegnere la televisione per dedicarmi alle mie incursioni nella natura e a giochi in cui mi divertivo a “interpretare” vari ruoli. Per un certo periodo ho anche curato un giornalino artigianale ispirato a quelli dedicati alle ragazzine (per intenderci, pubblicazioni tipo “Cioè” o il più recente “Top Girl”), suddiviso in varie sezioni. Si trattava di un rudimentale quadernetto cui applicavo immagini - ritagliate da altri magazine - accompagnate da testi di articoli dedicati a vari argomenti. Insomma, ho avuto un’infanzia molto fantasiosa! Proprio la fantasia ha colmato una certa solitudine legata al luogo in cui vivevo.  Ovviamente con il tempo ho dovuto imparare a camminare con la testa sulle nuvole e i piedi piantati a terra. Così sono arrivate altre passioni: la musica, il teatro, l’arte. Mi sono diplomata al liceo linguistico, poi laureata al DAMS di Bologna. Da lì, tante esperienze: collaborazioni con i giornali come corrispondente, lavori vari ed eventuali  e, in mezzo, tanta scrittura. Il blog in cui raccontavo della mia esperienza di precaria (senza peli sulla lingua) e dei miei sogni; le recensioni, le interviste, tante persone interessanti con cui parlare e confrontarsi. E vengo a oggi con un piccolo bilancio che consiste in: la passione per i gatti, quella per la natura, l’amore per il buon cibo (pizza in primo piano!), la sbadataggine di Bunny di Sailor Moon (sono un po’ fifona come lei), la curiosità nei confronti delle novità, l’amore per le letture (prosa e poesia) e per tutto quello che è arte, musica e spettacolo. E vengo alla scrittura: si tratta di  un’esigenza ma anche di un’arma per combattere la mia timidezza e per dare forma alle immagini che ho dentro. La scrittura mi fa stare bene, in mezzo alle tempeste del quotidiano… anche nelle fasi più difficili di editing e revisione! Vi cito qualche mia pubblicazione: “Chick Girl – Azalee per Veridiana” (Delos Digital), “Il maledetto residuo nel cuore” (Rupe Mutevole Edizioni) e i racconti usciti per le antologie “Scritture Aliene”.  Ho alcuni racconti sparpagliati in giro per il web e il blog lapennasognante.blogspot.it.  


2. Come è nata in te la passione per i libri? Quando hai iniziato a scrivere la tua prima opera?
Tutto è nato dalle storie che mi raccontava mio papà. Fiabe, principalmente. Poi è arrivato un regalo da un mio zio, libraio: una raccolta di favole di Esopo. Fu amore a prima… lettura. Successivamente mi appassionai a classici della letteratura per ragazzi, come: “Il richiamo della foresta”, “Tre uomini in barca”, “Pollyanna” e così via, fino a quando non scoprii, a dieci anni, i romanzi per grandi. Parlo di “It” di Stephen King: fu una folgorazione  in quanto mi aprì un mondo nuovo.
Parallelamente alle letture, iniziai a scrivere storie di tipo fantastico. Avevo circa otto anni quando mi cimentai in una descrizione a sfondo magico che portai a scuola come tema. Da lì, storie fatate che abbandonai poco dopo. Gli anni dell’adolescenza mi portarono lontano dalla scrittura che ritrovai all’università. E così, ho preso questo treno, interrotto per alcuni anni per motivi personali, ma poi ripreso.

3. Quali autori hanno avuto maggiore influenza sul tuo stile e sulle tue storie?
Un elenco lunghissimo e quelli che devo ancora leggere! Ovviamente non posso non citare Lewis Carroll e qui un piccolo elenco: Michael Ende, J. W. Goethe, Hermann Hesse, Thomas Mann, Arthur Schnitzler, Amélie Nothomb, Stefano Benni, Philip Pullman, Isabella Santacroce, Anaïs Nin, Achille Campanile. Inoltre amo molto il teatro. Per ragioni di studio ho letto numerosi testi teatrali a cui mi sono appassionata. Anche qui, tanti autori e autrici: da Eschilo, Sofocle ed Euripide, arrivando a De Filippo, passando per Rostand, Goldoni,  e ovviamente Shakespeare.  Per inciso: leggo di tutto, sono curiosa e nelle mie librerie (quella reale e quella virtuale) non mancano storie più light e piacevolissime di colleghe e colleghi. I generi: romance, thriller, fantasy. Da tutti possiamo prendere ispirazione!

4. Alice nel labirinto riprende il personaggio di Carroll ormai adulto… come è nata questa idea? Siamo curiosi di scoprire la genesi di quest’opera :)
L’idea è nata chiacchierando con l’editore (Dario Abate). Un giorno d’estate ci siamo trovati a scambiarci delle idee proprio sui romanzi di Carroll. Da lì è nata  e con essa la proposta: “Robby, perché non scrivi il seguito di Alice?”. Ho accettato con grande entusiasmo, nella consapevolezza di avere una grossa responsabilità. Mano a mano che la storia prendeva forma, le domande si sono moltiplicate e così la necessità di studiare, sperimentare e mettermi in gioco. È stato un lavoro piacevole, in  cui mi sono divertita e al contempo messa alla prova. Ho lavorato sul linguaggio, la parte più difficile, ma anche sulla stessa Alice, per cui mi sono ispirata alla piccola Liddell, la bambina che intrattenne uno stretto rapporto d’amicizia con Carroll (o meglio, Dodgson). Da lì, ho cercato di immaginare le situazioni e i personaggi più bizzarri, ma anche il tema della ricerca di sé stessi, in cui tutti possiamo identificarci. Non ultimo: la voglia di creare. Creare una storia, giocare con la lingua.     


5. Alice nel labirinto presenta anche un’altra particolarità molto interessante (che io personalmente adoro): è un romanzo-game o, in italiano, librogioco. Per chi non conoscesse il tipo di opera, vi spiego brevemente in cosa consiste. Un librogioco è un'opera narrativa che, invece di poter essere letta solo linearmente dall'inizio alla fine, presenta alcune possibili alternative mediante l'uso di paragrafi o pagine numerate. Lettori diversi (o la stessa persona in occasione di una rilettura) potranno compiere scelte diverse e ciò condizionerà lo svolgimento e la fine della trama. Geniale, non trovate? (Capostipite del formato è Borges). Comunque, cara Roberta, come mai hai preso questa decisione? Quanto variano le “diverse versioni” della storia? (Tutto ciò mi intriga molto, non vedo l’ora di leggere il tuo libro!).
Il romanzo nasce come opera giocosa: basta leggere gli enigmi e gli indovinelli, nonché i nonsense che vogliono stuzzicare la fantasia del lettore. L’idea del libro gioco rafforza questa idea, ma  è nata per caso, quando ormai avevo terminato la prima stesura del romanzo. Memore dei librigioco che erano in voga negli anni Novanta, quando ero poco più che bambina, ho voluto introdurre qualcosa che rendesse il lettore parte attiva del romanzo, puntando a farlo “divertire”. Le parti interattive subentrano durante alcuni momenti importanti della vicenda, in un modo che, fatta una o l’altra scelta di lettura, il lettore o la lettrice possa sentirsi autore o autrice, fermo restando che è possibile tornare indietro e recuperare i brani e le situazioni che in quel momento sono stati evitati. Non dico troppo, altrimenti rischio lo spoiler! Posso soltanto suggerire ai papabili lettori di lasciarsi guidare dall’istinto: se vi va, giocate, altrimenti potete fruire normalmente della storia.    

6. Quali sono i tuoi progetti per il futuro? Hai qualche altro libro in cantiere?
Ho molte idee (troppe!)  e un paio di romanzi work in progress, ma tra il lavoro  e la promozione di “Alice nel labirinto” sto procedendo a rilento con la scrittura. Questo autunno sarà denso di impegni tra presentazioni e altre iniziative in cantiere legate ad “Alice nel labirinto” per cui sogno una trasposizione cinematografica. Alcuni lettori mi hanno detto che lo vedrebbero bene al cinema. Aggiungerei in un film  diretto da Tim Burton? Okay, la smetto e  torno sulla Terra per parlare di progetti editoriali: conto di poter pubblicare qualcosa tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. E due sogni:  essere autrice di un musical a teatro e poter scrivere libri per ragazzi e bambini. E qui, occorrerà rimboccarsi le maniche!  

7. Siamo giunti alla conclusione di questa (spero interessante) intervista. Ci saluti con una citazione tratta da un tuo libro?
“Ora ho capito che l’arcobaleno può avere otto colori e che Edward tornerà da me. Devo soltanto essere certa di quello che voglio.” Fece una pausa. “L’Alice della storia. Sono io. E ora io devo vivere la storia per poi riscriverla.”
Grazie per l’intervista e un grande abbraccio libroso a  voi lettori/lettrici.


Ringrazio Roberta per essere stata con noi e le auguro buona fortuna per tutto!
Vi lascio qui sotto i suoi contatti.
A presto, 

Alex




CONTATTI
Sito
Email: robertadt81@gmail.com


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