lunedì 12 febbraio 2018

SEGNALAZIONE. Sulle rive dei nostri pensieri di Cristiano Pedrini

Buongiorno a tutti!
Oggi vi segnalo un romanzo che sarà a breve una delle mie letture (o forse lo leggerà Marta...): Sulle rive dei nostri pensieri, di Cristiano Pedrini, è un romanzo... particolare. Quando l'autore mi ha proposto la sua opera, ammetto di essere rimasta abbastanza affascinata dalla trama, anche se non ho ancora un'idea precisa di cosa troverò in questo libro... insomma, sarà un po' una sorpresa e io sono molto curiosa!





TITOLO: Sulle rive dei nostri pensieri
AUTORE: Cristiano Pedrini
EDITORE: self
PAGINE: 230

TRAMA:
Lee Newman, astro nascente del partito repubblicano, durante il suo viaggio a bordo dell'American Queen ritrova il desiderio di tornare ad amare dopo aver incontrato Nicholas un giovane dipendente di bordo. Ma con esso è costretto ad affrontare gli intrighi che la vita, la società e il destino gli pongono come ostacoli a un amore che vorrebbe nascere, ma che forse è destinato a morire. Nicholas è davvero chi dice di essere? Quanto può essere profondo un viaggio dentro e fuori al proprio cuore? Cosa ha permesso loro di incontrarsi su quel lussuoso battello che scivola sulle acque calme e brillanti del fiume più grande d'America, per ritrovarsi a lottare per loro stessi e quello che di loro sarà? Perché Lee e Nicholas sono destinati a conoscersi, conquistarsi e appassionarsi per poi perdersi per sempre? Quanto possono essere pericolosi i segreti, il nostro passato e quello che siamo agli occhi del mondo?






ESTRATTO:

Il ragazzo scosse ripetutamente il capo indietreggiando. «Allora dimmi… perché io? Perché vuoi che io stia con te?»
Una domanda… Una banale domanda la cui risposta poteva essere altrettanto banale, ma desiderava con tutto il cuore che alle orecchie di Nicholas non giungesse come tale.
«Avanti, guardami…» lo esortò allargando le braccia. «Cosa puoi trovare in una persona che è così lontana dal tuo mondo dorato? Oppure vuoi solo assaggiare cosa esiste fuori da esso?»
Lee posò la tazza rimirandola alla luce dello stesso sole che solo poco prima aveva racchiuso la figura che ora, ancora una volta, cercava di sfidare ciò che sentiva per lui, come a voler a ogni costo trovare una crepa, anche minima, in quei sentimenti che aveva di nuovo iniziato a provare dopo tutti quei mesi di solitudine.
«Una parte di te ha già trovato la risposta a quella domanda e ora vorresti che fossi io a confermarla» ammise rialzandosi, «ma qualsiasi cosa io dica sarebbe inutile se vuoi continuare a tenere prigioniero quello che provi.»
«Io so tutto o quasi di te, so chi sei e quale futuro ti aspetta, ma non credo di volerne fare parte, e al tempo stesso tu non sai nulla di me. Non sono certo questi i presupposti per costruire un rapporto che possa durare a lungo» replicò Nicholas.
«So che hai conosciuto il capo del mio staff, Katrine.»
«Oh sì, si è precipitata da me non appena ha intuito quello che volevi fare» rise timidamente sedendosi al tavolo.
«È molto apprensiva e, anche se non lo ammetterebbe neppure sotto tortura, penso che tenga molto a me» osservò abbassandosi su di lui e posando le braccia sul bordo del tavolo, senza distogliere lo  sguardo dalle sue mani che imburravano una fetta di pane tostato. «Una cosa che vi accumuna.» 
Nicholas parve non dare peso a quell’ennesima provocazione; prendendo la brocca del succo d’arancia che bevve tutto d’un fiato dopo averlo versato nel bicchiere, mentre con la coda dell’occhio continuava a fissare quel viso che non tradiva alcuna ansia.
«Il tuo smisurato ego è sempre più sfacciato» borbottò mordendo rapidamente la fetta di pane, ma quando sentì la mano dell’altro posarsi sulla gamba, accarezzandola con delicatezza, non poté evitare che un brivido gli salisse lungo la schiena.
«Se ti dicessi che è l’unica cosa a cui ho potuto aggrapparmi per non impazzire, mi crederesti?»
Quella confessione ebbe il potere di farlo vacillare di nuovo, trasformandolo ai suoi occhi dall’arrogante e potente uomo irraggiungibile, a qualcosa in cui riusciva perfettamente a riconoscersi, perché gli mostrava quell’affinità che anche lui aveva sfruttato oltre il consentito, richiudendosi, suo malgrado, in quella corazza a cui a nessuno era permesso di penetrare.
Una convinzione che era vacillata poche ore prima e ancora non riusciva a dare una risposta a quella sua resa di fronte a qualcuno che non incarnava affatto il suo ideale.






Che ne dite? Vi ispira? 


Alex
 


1 commento:

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