domenica 25 dicembre 2016

BUON NATALE A TUTTI!

"Una candela di Natale è una bella cosa;
Non fa rumore,
Ma dolcemente offre se stessa."
- Eva Logue

 

“E’ bene tornare bambini qualche volta e non vi è miglior tempo che il Natale, allorché il suo onnipotente fondatore era egli stesso un bambino”.

- Charles Dickens

 

 

 




Buongiorno e buon Natale a tutti!

Tra poco dovrò andare a "farmi bella" per la tradizionale giornata con i parenti... Ma approfitto di questo momento di calma per fare gli auguri a tutti! 
La mia giornata in libreria dell'altro ieri è stata abbastanza proficua: sono tornata a casa con tre nuovi amici: L'arte di ottenere ragione di Schopenhauer, Simposio di Platone e Madame Bovary di Flaubert... Come sempre non ho esattamente rispettato la mia lista dei desideri e sono andata "un po' a naso", anche perché, purtroppo, sono rimasta un pochino delusa dalla Feltrinelli: non ho trovato nessun libro "particolare" (per esempio quelli sul mito della caccia selvaggia, che mi servono per la tesina), ma neppure una grande varietà di YA :((

Vi lascio la foto del mio bottino natalizio (con inclusi i libri regalati da amici e parenti...).
L'unico volume che non mi attrae molto è L'alchimista... Qualcuno l'ha letto? Merita o posso tranquillamente metterlo in coda a tutto il resto? 

Magnus Chase, Il viaggio in occidente, L'alchimista, Stai zitto, smettila di lamentarti e datti una mossa, Madame Bovary, Simposio, L'arte di ottenere ragione.


Ora vado a fare la bimba felice, tra libri, carta regalo, pandoro e vestitini nuovi :D

Baci a tutti,


Alex

 

venerdì 23 dicembre 2016

CARO, DOLCE, TENERISSIMO E GENEROSISSIMO BABBO NATALE...

Buona Antivigilia di Natale a tutti!


E bentornata a me!!

Vi preavviso che  in questo post potrei risultare un po' stranuccia (potrei, per esempio, parlare tra me e me o fare pessime battutine che solo io capirò...), ma sono così felice di essere di nuovo qui, tra voi, da non riuscire a controllare l'emozione xD
Inoltre, per la prima volta dopo mesi di sveglia puntata a orari improponibili- anche la domenica :(( - oggi mi sono appena svegliata (alle nove) e quindi mi ritrovo (sensazione meravigliosa) in quello stato di semi coscienza che ancora oscilla tra sogno e veglia.

Oggi sono particolarmente felice:
1. La nonna ha fatto i datteri ripieni di mascarpone al cioccolato e ricoperti di cacao... Saranno il diavolo tentatore (e cederò alla tentazione) per le prossime due settimane... Ne mangerò, più o meno, una dozzina a settimana (o al giorno? Eheheh).
2. Oggi mi aspettano Mondadori e Feltrinelli a Milano <3
Shopping sfrenato di libriiiiiii. Shiiiiii!!! Che belle le vacanze, che bello il Natale. (E qua sospiro estasiata).
3. MERCATINI. DI. NATALE. Meravigliose cianfrusaglie, (per le quali poi mia madre sbufferà a non finire) sto arrivandoooo!

Vi lascio qui di seguito la lista dei libri che vorrei acquistare oggi... Fatemi sapere cosa ne pensate... E datemi qualche consiglio: di certo non potrò comprarli tutti, e vorrei fare la scelta migliore ;)

 

First. La mia prima volta di Laurie Elizabeth Flynn

 

Madame Bovary di Gustave Flaubert

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Le Rouge et le Noir di Stendhal  

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  L'amant di Marguerite Duras

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Sei personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello

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Diana, Arlecchino e gli spiriti volanti. Dallo sciamanesimo alla «caccia selvaggia» di Emanuela Chiavarelli

 

 

L'occhio del mondo. La Ruota del Tempo: 1 di Robert Jordan

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p.s. So già per certo che appena metterò piede in libreria mi perderò tra gli scaffali e la mia lista di desideri non farà che accrescersi... Quindi, Caro, Dolce, Tenerissimo e Generosissimo Babbo Natale, fammi una bella sorpresa il 25 :))
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Alex

sabato 19 novembre 2016

Lettera di un suicida

Oggi vi propongo un testo che ho scritto in seguito a una conversazione avuta con un mio amico.
Il tema? Le parole uccidono.
Quindi, vi prego, prestate sempre molta attenzione a ogni singola lettera che pronunciate.
Non me la sento di scrivere altro.
Buona lettura e grazie.

Alex



Caro lettore,

non so chi tu sia… Potresti essere la mamma, o mio padre, o la Miki o una persona a caso che ha trovato questo foglio prima di chiunque altro. Vorrei che tu fossi la Miki, perché lei mi sentirebbe meglio degli altri. Capirebbe? Non lo so, spero di sì… Però sono sicuro che lei mi sentirebbe per davvero.
Ma non sapendo chi tu sia, ti chiamo“lettore”. Scusa se sembra un appellativo un po' freddo, non voglio essere freddo, davvero, credimi.

Allora, lettore, volevo solo dirti che sono stanco. Sono tanto tanto stanco. Stanco di fallire di continuo. Sai, io mi impegno sempre, ci metto l’anima nelle cose che faccio… Eppure vengono tutte così male. Perchè? Nella vita vorrei eccellere, vorrei che al mio impegno corrispondesse un pari risultato. Vorrei che voi tutti poteste essere fieri di me, fieri e orgogliosi di chi sono diventato. Vorrei essere un vincente allo sguardo di tutti, vorrei che mio padre mi dicesse “Bravo, figliolo.” E invece no, sono un fallito. Non un fallito nel vero senso della parola… Sto sempre nel mezzo, nel mezzo della massa, sono abbastanza per essere promosso, ma non abbastanza per essere definito “ un bravo studente”. Capisci? Sono sempre sul sei, quando va bene sei e mezzo, quando va male cinque e mezzo. Sempre. In tutto quello che faccio. Sono mediocre. E io odio essere mediocre. Odio stare lì, odio non poter volare in alto. Il mio corpo è un limite stupido. La mia mente è un limite stupido. Mi sento maledetto dal diavolo. Come se qualcuno si stesse prendendo gioco di me. Ho paura di me per il futuro. Tutti mi ripetono “Datti da fare, insegui il tuo sogno”. Io non ho un sogno, non so che sogno posso permettermi, non ho trovato nulla in cui io sia bravo, davvero molto bravo, non so che strada prendere, non so dove andare, verso che meta. Vago a tentoni nel vuoto. Continuo a sbattere contro i muri. Ho bisogno di svegliarmi la mattina e sapere cosa devo fare, come devo farlo e, soprattutto, perché. Perché io sto vivendo? Per fare bene a chi? Per la felicità di chi? La mia, no di certo. Tutti continuano a dirmi che non ho tempo, che devo darmi una mossa, che dai dai dai dai dai, devo fare in fretta. “Non puoi più sbagliare”, mi dicono. E io sbaglio. E loro ridono.

Sono stanco di te, Padre, che ogni giorno mi urli contro per cose stupide, per insignificanti errori, sono stanco di sentirmi uno schifo per tutto quello che mi dici, per colpa tua. Da quasi 19 anni mi tratti così. Sono stanco di te. Io sono meglio di te, sono più buono, più giusto, più impegnato nella vita… ma tu non mi vedi così. Sai, questo è quasi tutta colpa tua… Tu gridi, urli, e non mi parli mai. Le tue sono sempre parole sbagliate, sono parole cattive, sono parole crudeli e io le odio, le odio tutte da morire.

Quel video l’hanno visto tutti... Io stavo solo scherzando… E ora l’hanno visto tutti. Tutti mi chiamano “checca” e mi sfottono, e fanno versetti quando passo loro accanto… Lo fanno da mesi, ormai… Ma questo non sarebbe stato nulla, nulla senza di lui, senza di te, Padre, senza di te che stamattina hai detto: “Vorrei che tu non fossi mai nato, sei la mia più grande delusione”. Mai nato, capisci? Io sono vivo grazie a te… E tu non mi vorresti vivo.
E la mamma zitta, ancora zitta.

Mamma, scusami, non sarebbe dovuta finire così… La tua unica colpa è non aver parlato, essere stata lì, zitta e ferma, lasciandogli fare e dire tutto ciò che voleva. Zitta, mamma… Sei stata zitta…. Mi sarebbe bastato un “Ti voglio bene” o un “Sono fiera di te” e tutto sarebbe stato diverso. Mi sarebbe bastata la tua voce… E invece silenzio.

Miki, piccola, dolce, bellissima e coraggiosa Miki. Grazie per avermi sopportato e supportato finora. Per aver creduto in me oltre ogni limite logico e umanamente comprensibile. Grazie per avermi dato tutto il tuo amore. Grazie per tutte le lettere che mi hai scritto, per tutte le frasi che mi hai dedicato, per quei dolci sussurri tra le lenzuola, per la magia che riesci a ricreare con foglio e penna. Io odio le parole, le parole mi uccidono, ma le tue le ho amate davvero. Solo, mi dispiace che non siano abbastanza per far tacere il male, per far tacere anche quel me che mi grida dentro. Io ti amo e sei per me l’unica gioia di questa vita. Ti amo da morire… Ti prego, perdonami, per non amarti da vivere per te.

Non posso continuare a vivere per gli altri e per me non so vivere. Non ci riesco. Non riesco a far prevalere la mia voce, non riesco a farmi sentire. Ho sempre pensato di essere un guerriero, di combattere ogni battaglia, di lottare fino a vincere. Mi sono sempre rialzato. Capita, però, che le ferite siano troppe. E che si muoia dissanguati. Ecco, io non ho più sangue. Sono prosciugato. Assurdo, sai? Tutto ciò che mi ferisce non esiste. Tutto ciò che mi accoltella, mi strozza, mi strangola… Non esiste. Sono suoni buttati lì, sono lettere, son parole… E io non sopporto il peso di questo niente.

Dio, per quanto io abbia sempre negato di credere in te, ora non saprei a chi altro rivolgermi. La notte mi fa paura e questa in particolare: se mi affaccio alla finestra, non riesco a scorgere nemmeno una stella. Per favore, dammi pace… Rendimi nulla, nulla è meglio di un fallimento.
Ti prego.
Sento la voce di mio padre: “Hai fallito ancora”.

Spero che voi tutti possiate avere una vita meravigliosa, è ora che io vada.

Buonanotte,

Giovanni


N.B.: i nomi utilizzati sono frutto di fantasia





mercoledì 16 novembre 2016

BOOK TRAILER di Vuoi conoscere un casino?

Buongiorno a tutti!

Finalmente trovo un momento per dedicarmi completamente a voi e al mio magico angolino :D
Qui trovo un pochino di tranquillità e di pace, qui posso scappare dal mio caotico scorrere di giornate strapiene di impegni... Mi sembra quasi di essere una "donna in carriera" da film... Di quelle che corrono a destra e a sinistra per tutto il giorno, senza mai un attimo per respirare.
Sto diventano proprio polemica ultimamente, scusate :((

Oggi vi scrivo perché vorrei condividere con voi la gioia, l'emozione (e anche un po' l'ansia) che mi rende esuberantissima ormai da qualche giorno: stasera sarò ospite in un caffè letterario a Bergamo (Macondo bibliocafè) dove verrò intervistata in modo un pochino particolare... Sapete, di solito, quando presento il mio Vuoi conoscere un casino? conosco già le domande che mi verranno poste, così posso prepararmi al meglio ed evitare di fare una enorme gaffe: non sono brava a parlare in pubblico, mi agito sempre troppo e spesso la mia erre moscia prende il sopravvento facendomi pronunciare frasi incomprensibili... Insomma, diventa tutto un "rrrrr" indefinito e indefinibile.
Invece stasera dovrò dominare tutte queste paure: l'intervista sarà tutta improvvisata e davanti a un pubblico piuttosto ampio. Oddio. Sto già iniziando a tremare.
Poi vi farò sapere l'esito di questa titanica impresa.

In realtà in questo post non avrei voluto parlarvi dell'intervista di stasera, l'oggetto sarebbe dovuto essere un altro... ma va beh, oggi scrivo tutto quello che mi passa per la testa senza freni XD

Ora facciamo dietrofront e torniamo a ciò che davvero è importante: BOOK TRAILER.
Vi presento (in esclusiva assolutissima) il primo book trailer di Vuoi conoscere un casino?.
Questo lavoro è stato un esperimento fatto da un mio amico... E in quanto "esperimento", siamo apertissimi e dispostissimi a ricevere critiche e consigli, per poter poi provvedere a un miglioramento!

Grazie a tutti in anticipo,
(vi lascio il link del video su fb, perché non riesco a caricarlo qui)







fateci sapere cosa ne pensate :))


Alex









domenica 6 novembre 2016

PICCOLA PAUSA



Buona domenica a tutti!

Scrivo questo breve post per informarvi che per le prossime due settimane non riuscirò a pubblicare  nulla :((
Sto affogando in un mare di studio... Credetemi, tra infinite pagine di autori romantici in letteratura francese, inglese, spagnola e italiana, verifiche di geologia, interrogazioni di arte, filo, storia, e prove di matematica non ho nemmeno più il tempo di leggere :'(
Insomma, non ho un minuto libero e non voglio pubblicare qualche "cazzata" veloce giusto per non lasciare vuota la home.
Scusatemi, sia per l'assenza che per la lunghezza ridotta di questo post... Ma ora devo tornare al Romanticismo francese.

A (spero) presto presto! Baci a tutti!

p.s. ovviamente se i programmi dovessero cambiare e dovessi riuscire a trovare qualche momento per scrivervi qualcosa, lo farò di sicuro.


"Le cose vere della vita non si studiano né si imparano, ma si incontrano."
- Oscar Wilde 

"Condannare un giovane di genio alla fatica di una scuola è come mettere un cavallo da corsa su un tapis roulant."


venerdì 28 ottobre 2016

Alex intervista... Chiara Parenti!

Buonissima sera a tutti!

Scusatemi per l'assenza degli ultimi giorni: sono stata letteralmente sommersa dai compiti!
Tanto per farvi un esempio, ieri ho studiato circa 14 ore per riuscire a preparare la verifica di fisica di oggi e un'interrogazione di filo su quei simpaticissimi e così complicati da farmi impazzire Kant e Hegel.
Ho finito un paio di libri, però temo che passerà ancora qualche giorno prima che io possa avere il tempo per scrivere una (spero buona) recensione.

Intanto vi propongo la terza puntata di "Alex intervista...": l'ospite di oggi è la frizzantissima Chiara Parenti, autrice dei celebri "L'importanza di chiamarsi Cristian Grei", "Con un poco di zucchero" e "Tutta colpa del mare ( e anche un po' di un mojito)".





CHIARA PARENTI Chiara Parenti (1980) è nata a Lucca dove vive con il marito, il figlio e due gatti combinaguai. Laureata in Filosofia, è giornalista pubblicista e lavora nell’ambito della comunicazione. Ama disegnare, leggere e viaggiare. È autrice di tre romanzi ebook per la collana Youfeel di Rizzoli: Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito), Con un poco di zucchero e L’importanza di chiamarsi Cristian Grei. A gennaio 2017 esordisce in libreria con il romanzo La voce nascosta delle Pietre (Garzanti).


1. Benvenuta Chiara! Ti va di presentarti ai nostri lettori? Ciao e mille grazie per avermi invitata! Dunque, sono giornalista pubblicista e lavoro nell’ambito della comunicazione. Vivo a Lucca con mio marito (aka “Topino”), mio figlio di sei mesi (aka “Il Bambino Che Non Dorme Mai”) e due gatti combinaguai. Amo disegnare, leggere e viaggiare, ma la mia passione più grande è scrivere. Sono autrice di tre romanzi ebook per la collana Youfeel di Rizzoli: Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito), Con un poco di zucchero e L’importanza di chiamarsi Cristian Grei.

2. Se dovessi descriverti in cinque parole, quali sarebbero e perché?
Determinata, caotica, sognatrice, sensibile, positiva.


3. Sei laureata in Filosofia, giusto? Io sono parecchio tentata di scegliere questo percorso l’anno prossimo… In che modo i tuoi studi hanno influito sul tuo presente? In particolare, come la Filosofia ha influenzato il tuo pensiero, la tua visione del mondo e il tuo “rapporto con la scrittura”? Credo che i miei studi mi abbiano resa molto versatile, dinamica, e con una forma mentis plasmabile. In questo modo, nella scrittura, non ho troppa difficoltà a calarmi in universi e modi di pensare differenti dal mio, come accade nella gestione dei diversi personaggi di una storia. Quando a suo tempo scelsi Filosofia, tutti mi guardarono come se avessi annunciato di voler fare harakiri, pensando che con una laurea di quel tipo non sarei mai riuscita a trovare lavoro. A parte che il lavoro l’ho trovato, sono contenta di aver seguito l’istinto perché sono convinta che qualsiasi tipo di studio costi impegno e fatica e l’unico modo di affrontarlo senza farlo diventare una condanna sia seguire le proprie passioni. E la filosofia è sempre stata questo per me, fin dal liceo. 

4. Qual è stata la maggiore difficoltà che hai incontrato (finora) nel tuo percorso di scrittrice?
Questo è un mondo di squali e la cosa più difficile è trovare le persone giuste a cui affidarsi. Sono stata fortunata, perché nel mare magnum di professionisti ben poco “professionali”, ho trovato delle persone serie e capaci che mi hanno dato il sostegno di cui avevo bisogno.
(Naturalmente prima mi sono presa un bel po’ di porte in faccia.

5. Tre autori che adori? Perché?
Federica Bosco, perché è stata il mio “primo amore letterario”, diciamo. Al suo stile ironico e frizzante mi sono ispirata per i miei primi romanzi.
John Green, perché adoro i suoi personaggi: autentici, credibili, genuini.
Paullina Simons, perché il suo “Cavaliere d’Inverno” ha rubato un pezzo del mio cuore.

6. Cosa ti aiuta a trovare la concentrazione giusta per scrivere? Musica? Silenzio? Tè? Caffè? Dove scrivi? Sdraiata sul letto, rannicchiata sul divano o perfettamente seduta al tavolo? Insomma, descrivici il tuo ambiente “di lavoro” ideale.
Come Virginia Woolf, per scrivere ho bisogno di una stanza tutta per me (il che, adesso, con un neonato in casa, è quanto mai difficile trovare!). Ho bisogno di silenzio (anche questo assai raro) e della mia scrivania. Se poi però l’ispirazione non arriva, mi butto sul divano per leggere e ascoltare un po’ di musica in attesa di riprendere il filo e ritornare a scrivere.

7. Soffermiamoci su una tua opera che è riuscita a farmi sbellicare dalle risate e a commuovermi, una storia che tocca temi importanti, senza però mai perder di vista il fine comico: sto parlando
di “L’importanza di chiamarsi Cristian Grei”? Com’è nata l’idea per questo libro? Come mai hai scelto di “reinventare” il personaggio di E.L. James? Che reazioni ha avuto il pubblico?
L’idea del romanzo credo mi sia venuta quando il mondo si stava preparando all’uscita del primo film della saga di E.L. James, nell’estate 2014 (il film è uscito nelle sale a San Valentino 2015).
Se dici Christian Grey, pensi a elicotteri, auto di lusso, bellezza mozzafiato, e giochi molto particolari in camera da letto. Ma cosa succederebbe se non fosse così?, mi sono chiesta.
Allora ecco il mio Cristian, un ragazzo normalissimo che lavora nell’agenzia di onoranze funebri di famiglia, vive a Prato e ha la sventura di chiamarsi Cristian Grei (senza la “h” e con la “i” al posto della “y”), in modo pericolosamente simile al Christian Grey del Bestseller mondiale, con cui però non ha in comune altro che il nome, visto che il mio Mr Grei non solo non è un dio del sesso, ma soffre anche di ansia da prestazione, poverino!
Diciamo che raccontando la sua storia, ho voluto mostrare quanto la normalità sia spettacolare, quanto anche un carro funebre possa sembrare a una donna un elicottero, se solo si trova con la persona giusta.
Il mio Cristian ha una “Stanza dei Giochi”, ma sono giochi veri! Davanti alla Playstation, lui e la sua migliore amica giocano, si divertono e imparano ad amarsi. Persone vere che si rispettano e amano per quello che sono. Quindi ho pensato di raccontare la loro storia con un sorriso.
Del resto, io sono convinta che le donne amano di più chi le fa ridere… e le mie lettrici hanno gradito!

8. Progetti per il futuro? Qualche nuovo libro nel cassetto? Puoi regalarci un assaggino?
Sì, sei la prima a cui lo rivelo e non vedevo l’ora di dirlo! Per la prima volta a gennaio 2017 uscirà in libreria per Garzanti un mio romanzo dal titolo “La voce nascosta delle pietre”. Non credo di poter dire ancora molto per la verità, tranne che stavolta sarà una storia d’amore diversa, raccontata con un linguaggio magico, quello delle pietre. Ho impiegato 9 mesi a scriverla, gli stessi 9 mesi che ha impiegato il mio piccolo Diego a crescere dentro di me. Sono nati quasi insieme lui e questo libro, per questo gli sono particolarmente affezionata.

9. Siamo giunte alla conclusione di questa piccola intervista… Ci saluteresti con una frase tratta da uno dei tuoi romanzi?
Ti ringrazio moltissimo per l’ospitalità e chiudo con un piccolo estratto di “Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito)”, il mio primo figlio “libroso”.
Questo è il passo che preferisco perché dà inizio al folle weekend che cambierà per sempre la vita di Maia, la protagonista.
“Be’, alla tua, Maia Marini!” mi dice Marco quando incrociamo i nostri, con un sorriso delicato che nel mio petto però scatena uno tsunami.
Pietrificata, non riesco a fare a meno di incrociare il suo Sguardo Assassino, che dopo 15 anni, è ancora lì di fronte a me in tutto il suo grandioso, spavaldo potere. Scolo il mio cocktail in un sorso. So che Lapo non approva che beva superalcolici, ma stasera non posso farne a meno. E, in fondo, un mojito che male può farmi?
Della serie: le ultime parole famose…

E con questo vi saluto. Grazie a tutti e a presto! 


GRAZIE A TE, CHIARA!

Avete letto alcuni libri di Chiara? Quali vorreste leggere? Io non vedo l'ora di poter avere tra le mani il suo nuovo romanzo "La voce nascosta delle pietre" **

Alex

domenica 16 ottobre 2016

Recensione: FOLLIA di Patrick McGrath


Sentimento e dramma: quando l'amore non sembra altro che distruzione

Libro scelto a scatola chiusa: è stata una delle prime volte in cui ho iniziato un libro senza saperne nulla: niente sulla trama, niente sui personaggi, nessuno spoiler... nada de nada.
Il verdetto? Dovrei buttarmi alla cieca un po' più spesso.




TITOLO: Follia 
AUTORE: Patrick McGrath
EDITORE: Adelphi 
ISBN: 978-8845926983
PAGINE: 296
 
TRAMA: 
Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta. 



RECENSIONE:

Inizio con una parola: brividi.

Brividi per la storia, brividi per il narratore, brividi per il finale. Non brividi di paura... ma quei leggeri brividi d'ansia che ti colgono quando ti trovi davanti a qualcosa di sublime nel senso più romantico del termine: i brividi di quando sei contemporaneamente affascinato e inquietato da qualcosa, brividi di attrazione e repulsione.

Le donne romantiche, riflettei. Non pensano mai al male che fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro infatuazione per la libertà.
a PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/libri/frase-128847?f=w:4595>
Un amore perverso, ossessivo e pericoloso è la distruttiva passione che sconvolge la vita di Stella Raphael, moglie di uno psichiatra che lavora nello stesso ospedale... del paziente del quale Stella si innamora. La fiamma si accende all'improvviso e brucia completamente ogni forma di razionalità nella protagonista, che si ritrova catapultata in un universo di sesso e impulsività.
Il suo amante? Edgar Stark, ex scultore rinchiuso da ben cinque anni per aver ucciso la moglie e aver usato la sua testa come un pezzetto di argilla da modellare... 

Il loro rapporto nasce dal nulla  ed esplode in un secondo, provocando il crollo di un mondo idilliaco.
Edgar è novità, Edgar è spontaneità, libertà, possibilità di essere selvaggia, fuori dagli schemi, Edgar è l'artista tormentato che può salvare Stella dalla prigionia della noia quotidiana... e lei crede con tutta se stessa in questa relazione, ci crede senza ragioni, senza logica, ci crede oltre ogni confine del giusto, del rispettabile, del civile.


La vita era uno squallido baratto, soldi contro tempo. Coi soldi potevano comprarsi un po' di tempo, va bene, ma col tempo che cosa si sarebbero comprati? La possibilità di vedere il loro amore trasformarsi in cenere? Sentire che tutto si svuotava di significato era spaventoso.

Il narratore
, il dottor Peter Cleave, osserva attentamente il susseguirsi degli eventi, affascinato dall'aspetto clinico della vicenda. Cleave è stato il mio personaggio preferito per quasi tutto il libro: è sempre stato così dolce, così premuroso, così attento ai bisogni di Stella, così disponibile ad aiutare chiunque... Eppure, qua e là, tra i suoi pensieri, ogni tanto compariva quel suo animo "freddo", la sua visione distaccata da ogni emozione, la sua indifferenza all'elemento personale e privato e la sua attrazione per la psiche con scopi puramente accademici... Il suo animo "da scienziato che considera gli altri come cavie" a tratti mi ha anche "obbligata" a ripudiarlo e odiarlo.

Cleave è fintamente professionale e, a mio parere, in qualche riga diventa persino crudele: nell'ultima mezza pagina mi ha completamente spiazzata e le ultime azioni mi hanno lasciata addirittura orripilata. Insomma, dopo aver letto le ultime righe mi sono davvero chiesta chi fosse il "pazzo" della storia.

L'andamento delle vicende è, tutto sommato, tranquillo nella sua inesorabilità, tutto procede con una calma estrema, quasi straniante, e anche i momenti più concitati e sconvolgenti, sono rappresentati come fatti assolutamente inevitabili e privi di eccessivo trasporto sentimentale... Tecnica che non ha fatto altro che aumentare il mio coinvolgimento emotivo, spingendomi a immaginare e vivere io stessa quelle emozioni che nelle pagine erano così superficialmente descritte. Non sto criticando lo stile, anzi... Il distacco è stato una mossa vincente per obbligare il lettore a provare empatia, per obbligarlo a soffrire con i personaggi stessi.
Siamo di fronte a un dramma nel quale passioni e irrazionalità sono il fulcro... ma trattati con una tale pacatezza da diventare quasi straniante.

Questo libro mi ha lasciata sconcertata... e mi ha portata a rivalutare il senso stesso della parola "follia": è più "matto" chi si abbandona al proprio lato irrazionale e animale o chi cerca di sopprimerlo a tutti i costi?

N.B.: la mia ultima domanda non è volta a difendere le azioni abominevoli compiute da alcuni personaggi nel romanzo, è semplicemente una riflessione sull'affrettata classificazione in "matto" e "sano".



VOTO:


 



Alex
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